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Caraffa
Nel XVI secolo Iznik (la gloriosa Nicea conciliare), piccola cittadina situata sulle sponde dell’omonimo lago, non lontano da Bursa (e anche da Costantinopoli/Istanbul), sarà sede della straordinaria industria artistica ceramica dell’impero ottomano, capace di una produzione sbalorditiva per quantità e qualità. Per tutto il Cinquecento a Iznik le botteghe poste sotto la stretta sorveglianza di corte saranno impegnate a sfornare mattonelle parietali per la decorazione delle moschee, e stoviglie, dapprima di imitazione cinese (le porcellane vere e proprie erano appannaggio esclusivo del sultano), ma poi con originali e autonomi disegni. Fra i diversi stili in voga a Iznik a metà Cinquecento si afferma quello “a spirale” (già noto come “corno d’oro” e recentemente ribattezzato “tughrakesh”), caratterizzato da spirali con minuti fiorellini in verde salvia e blu, con tocchi di turchese, distribuiti sulla candida superficie dello sfondo. Descrizione certo più prosaica del: “depinto d’azzurro a laberinti di siepi stellate” della scheda del museo cospiano! E’ una ceramica molto raffinata. La caraffa presenta un piede strombato, corpo piriforme, versatoio trilobo e semplice manico. Curiosa è la forma, una caraffa appunto, estranea al repertorio turco e probabilmente fatta per una esportazione in Italia. Molti pezzi con un simile ornato sono infatti transitati per la penisola e altre forme rinascimentali italiane (come i piatti a “tondino”), insieme a una pregevole imitazione già cinquecentesca (in special modo ligure, a Savona), indicano quanto apprezzata fosse tale tipologia nel Cinquecento italiano.
Provenienza: Turchia, Iznik
Datazione: 1545 ca.
Materiale: Ceramica decorata in verde, blu e turchese sotto invetriatura trasparente
Dimensione: H. cm. 27,6
Numero di inventario: Museo Civico Medievale di Bologna Inv. N. 1303