Museo internazionale e
biblioteca della musica di Bologna

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La sala 4 è dedicata ai teorici musicali dal ‘400 al ‘600, di cui sono esposti i più importanti esempi di trattati musicali, primo tra tutti la Theorica musice (Milano 1492) di Franchino Gaffurio, che fu il testimone più autorevole dell’evento che a metà Quattrocento rivoluziona la cultura musicale europea: la riscoperta delle fonti musicali greche e tardo-latine. Gaffurio fu il primo “umanista musicale” a studiare i codici musicali greci ignoti alla cultura medievale.
Ai ritratti dei diversi autori si aggiungono alcuni strumenti musicali di grande importanza come il Clavemusicum omnitonum (un pezzo unico) di Vito Trasuntino (Venezia 1606), quì esposto con il “monocordo” probabilmente nato per accordarlo, e la tromba marina, strumento musicale ad arco usato soprattutto nei conventi femminili dal XV secolo fino alla metà del XVIII secolo.

Le decorazioni

Nelle residenze degli alti personaggi e funzionari dell’epoca era consuetudine adibire piccoli locali ad uso personale destinati al lavoro privato o ai colloqui riservati, di cui questo cabinet ne è un esempio. Un ambiente così raccolto permetteva a un artista di lasciarsi andare alla ricerca di grazia ed eleganza e a una rappresentazione più minuta delle figure. Le decorazioni sono attribuite alla bottega di Serafino Barozzi, unico a Bologna (ma forse in queste date in tutta Italia) a misurarsi sia in affreschi floreali per piccole stanze come questa che in quadrature per vasti saloni di rappresentanza (Sala 5), in uno stile originale e di ampio respiro europeo.
L’attività svolta per anni in Russia presso la corte di San Pietroburgo aveva impresso in lui i colori e le atmosfere di quella città, insegnandogli la grazia degli ornati e la lucentezza delle conterie in vetro che impreziosivano le residenze degli zar. È in quel clima propizio che l’artista matura una pittura di carattere ornamentale che, di lì a poco, aprirà nuove strade anche all’arte bolognese. Al suo rientro in Italia nel 1770, infatti, una luminosità insolita comincia a ravvivare e rasserenare gli interni dei palazzi, tra soffici drappeggi di tende decorate, veli trasparenti e inserti naturalistici e floreali che alleggeriscono l’effetto di insieme delle finte architetture, che a volte scompaiono e si fanno tutt’uno con lo sfondo.
In questa saletta i colori usati in modo tenue donano trasparenze e delicatezze ai fiori e ai vasi decorati in trompe-l’oeil, alle fronde d'albero e alle esili vegetazioni che incorniciano l'ovale centrale sulla volta, dove figure stilizzate richiamano le pitture parietali di Ercolano o i motivi antropomorfi recentemente scoperti nella Domus Aurea di Nerone.

Dove

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