Museo del Patrimonio Industriale

Il progetto “Moto Bolognesi”, attraverso la raccolta di documentazione a stampa di vario tipo tra cui libri e riviste di settore, cataloghi aziendali, documenti provenienti da archivi pubblici e privati, ha censito 98 costruttori di motociclette finite attivi a Bologna tra il 1904 ed il 1960. La mappa che segue rappresenta un tentativo di dare una rappresentazione visiva dell’impressionante numero di officine operanti sul territorio, senza considerare le moltissime attività legate alla componentistica. A corredo della mappa vi è l’elenco dei costruttori censiti insieme alle principali informazioni raccolte su di essi.

Il progetto “Moto Bolognesi”, prima dell’attuale mostra dedicata agli anni 1950-1960, ha visto la realizzazione di altre sei esposizioni. Le prime tre, rispettivamente dedicate alle “veterane” degli anni Venti, agli anni 1930-’45 e alla produzione motociclistica del dopoguerra hanno documentato lo sviluppo dell’industria locale attraverso una prospettiva temporale, raccontandone la sua genesi, lo sviluppo ed infine la ripresa dopo le distruzioni belliche. A queste mostre sono seguite, negli anni più recenti, tre esposizioni monografiche, ciascuna dedicata ad una diversa Ditta (la M.M. di Mario Mazzetti, l’Italjet di Leopoldo Tartarini e la C.M di Mario Cavedagni), ricostruendone la storia, i protagonisti, i successi e, soprattutto, i principali modelli realizzati.

Negli anni Cinquanta l’Italia è protagonista di una grande crescita economica, trainata dall’industria meccanica con il considerevole apporto di quella motoristica. Il mercato del dopoguerra amplia la sua gamma produttiva con una grande quantità di modelli, soprattutto tra i 48 e i 175 cm3, rivolgendosi ad acquirenti che stanno raggiungendo un’accettabile disponibilità economica. Lo scenario bolognese è estremamente vivace, con le sue 55 marche di motocicli finiti, perlopiù di piccole e medie cilindrate, senza considerare le moltissime attività legate alla componentistica. Solo alcune hanno o si avviano ad avere una organizzazione produttiva moderna; accanto ci sono piccolissimi produttori che si cimentano con la realizzazione di qualche esemplare ed anche molte ditte che, con un esiguo numero di addetti, producono motocicli interessanti e di buona qualità.

Con l’esposizione dedicata agli anni 1950-1960 si conclude il progetto ultradecennale avviato dal Museo del Patrimonio Industriale per studiare e documentare lo sviluppo e l’affermazione del distretto motoristico bolognese. I cruciali decenni di vita della “Bologna dei motori”, dal 1920 al 1960, sono stati studiati seguendo una consolidata linea di intervento museografico: il prodotto-moto, in quanto sintesi significativa della realtà che lo esprime, è il punto di partenza per ricostruire i processi progettuali e produttivi, sia artigianali che imprenditoriali, seguendo i percorsi di vita e professionali dei protagonisti; è anche testimone degli aggiornamenti, delle innovazioni tecnologiche, dell’introduzione di macchine operatrici e materiali innovativi; infine, ci fa conoscere e comprendere la diffusione di nuovi stili di vita, legati allo sport, al lavoro e allo svago, che hanno interessato la popolazione bolognese e italiana nel suo complesso.