I luoghi simbolo del lavoro degli ultimi tre secoli sono state le fabbriche, edifici imponenti che ancora caratterizzano i paesaggi urbani. La nascita dell’archeologia industriale come disciplina ha coinciso con la fase postbellica del cambiamento e della modernizzazione della produzione, ed è stata in parte generata dalla domanda: che cosa fare delle antiche industrie? Il dibattito intorno a questo tema ha influenzato lo sviluppo della disciplina. Al concetto di archeologia industriale si è affiancato quello di patrimonio industriale, che ha allargato la ricerca all’insieme delle testimonianze materiali e immateriali generate dai processi produttivi e conferito una nuova prospettiva al lavoro degli studiosi: il patrimonio industriale inteso come sintesi dei processi e delle reti di relazioni che hanno caratterizzato lo sviluppo di un territorio, è in grado di fornire parametri valutativi e interpretativi delle dinamiche in atto, indispensabili per l’elaborazione di idee e linee strategiche di sviluppo futuro. Tutto ciò è reso più attuale dai processi di deindustrializzazione in corso. Nell'articolo di apertura "Scuolaofficina" affronta queste tematiche, dalle quali gli studiosi e gli operatori delle istituzioni del settore trarranno le linee guida per operare negli anni a venire, presentando una sintesi del dibattito in corso in Europa circa le prospettive, anche economiche, legate al recupero e alla valorizzazione del patrimonio industriale. Infine una comunicazione: “Scuolaoffina” ritorna ai due numeri semestrali a magazine, abbandonando la forma a manifesto che aveva caratterizzato il secondo numero dell’anno. In questo modo avranno più spazio le riflessioni e le esperienze più significative relative alla ricerca, alla divulgazione, alla museografia del patrimonio industriale.