Museum of Industrial Heritage

Si è concluso con la giornata di premiazione, il 28 maggio 2002, il IV concorso "Cultura e Innovazione nella Società Industriale a Bologna" rivolto alle scuole superiori della città. Quest'anno il concorso ha visto l'introduzione di un forte elemento di novità: dagli elaborati non ci si aspettava più una semplice descrizione dell'azienda ospitante, ma una riflessione sull'impresa come fonte di benessere per la città e sulla scuola come laboratorio di formazione da consigliare ai ragazzini più giovani delle medie inferiori. Il nuovo titolo recita "Bologna è ricca perché da generazioni è la 'Capitale del Fare e dell'Inventare?. Volete che continui ad esserlo?" Il concorso ha coinvolto nove istituti ed altrettante aziende: Liceo Ginnasio Galvani / IMA, Liceo Scientifico Sabin / MARPOSS, Liceo Scientifico Righi / CAT SYSTEM, Liceo Artistico Arcangeli / Il Resto del Carlino, Istituto Statale d'Arte / GIBEN, Itis Belluzzi / CASMATIC, ITIS Majorana /ACMA, ITI Aldini / CIAP, ITC Renzi / MARZOCCHI. Dopo un mese di lavoro tutti i gruppi hanno illustrato il prodotto finito alla giuria. All'ormai tradizionale ipertesto su CD-rom, alcuni istituti hanno preferito altri supporti: ITIS Belluzzi e Liceo Arcangeli due video VHS; l'Istituto d'Arte una scultura interattiva mobile e il Liceo Sabin un gioco di carte. L'ITIS Majorana ha utilizzato il CD-rom come corollario a un prototipo funzionante. Le tre coppe sponsor, Fondazione CARISBO, Finemiro Banca e Resto del Carlino, sono state assegnate rispettivamente a: ITI Aldini-Valeriani, istituto d'Arte e Liceo Sabin. Gli altri istituti si sono aggiudicati delle coppe messe in palio dall'Associazione ognuna contrassegnata dalla parola chiave descrittiva del messaggio contenuto nell'elaborato specifico. L'ultima tappa di questa avventura alla scoperta del mondo produttivo è il viaggio di settembre che vedrà tutti i ragazzi e i loro professori tutor partire alla volta di Napoli e San Leucio.

L'esposizione del Museo del Patrimonio Industriale mostra lo sviluppo economico-produttivo di Bologna: l'identità d'area, la capacità di fare impresa e innovazione di prodotto, un sistema di piccole e medie aziende, la creatività del saper fare. In questo numero "Scuolaofficina" approfondisce un lungo discorso di storia economica: quello di Bologna dell'acqua e della seta all'interno del network economico e produttivo europeo. La riflessione sull'approccio metodologico praticato al museo si amplia nel confronto con altre esperienze europee: il Musée des arts et métiers di Parigi e il Museum of Science and Industry di Manchester. Il sistema di relazioni con l'area produttiva in cui sorge il museo è illustrato attraverso casi significativi di aziende, strutture economiche, protagonisti: "Scuolaofficina" presenta Vittorio Minarelli, tecnico e progettista della motocicletta, fondatore dell'omonima azienda di cui ricorre quest'anno il cinquantesimo. Infine si presenta l'ultima auto prodotta dai fratelli Maserati, l'OSCA Junior 1100 del 1960 che resterà in mostra fino all'aprile 2002. E' il modello didattico della "scuola-officina", sorta in Francia a metà del XIX secolo, che consente di interpretare i percorsi di tanti di questi tecnici-imprenditori.

Il processo di urbanizzazione in Italia ha vuto inizio fin dal XIII secolo e i suoi caratteri originali si sono conservati fino al declino nel XVII secolo. Nelle città, che controllavano il territorio rurale circostante, si concentravano i simboli e i palazzi del potere temporale e spirituale mostrando una ricca stratificazione sociale e complessi intrecci tra vecchia e nuova nobiltà. Questa società stimolava una domanda crescente di beni di lusso, in particolare tessuti di seta. I miglioramenti apportati dagli italiani ai telai e ai torcitoi da seta determinarono una nuova divisione internazionale del lavoro: i vecchi centri serici del Medio Oriente divennero produttori di seta greggia, mentre la produzione di tessuti si concentrò nei centri europei tra i quali si verificarono aggressive battaglie per la conquista del mercato. Alla fine del XVIII secolo, a Bologna, che aveva profondamente innovato la torcitura con i suoi filatoi ad acqua, la crisi diviene irreversibile e tutto un mondo produttivo scompare.

A due secoli dalla sua fondazione e dopo un lento declino, il Musée des arts et métiers ripresenta al pubblico la nuova esposizione permanente nella sede storica di Parigi. Il rinnovamento del museo è stata un'operazione di ampio respiro: dal punto di vista scenografico i 6000 oggetti sono stati ripartiti in sette campi tematici articolati attorno a date chiave per la storia delle tecniche. La suggestione dei luoghi, riportati all'antica bellezza, e gli "oggetti faro" meravigliano gli spettatori e stimolano all'approfondimento negli atéliers dimostrativi. Ma la rinascita del museo ha significato dal punto di vista concettuale restituire alla tecnica, dopo il dibattito che ha attraversato tutto il Novecento, il suo giusto ruolo nella storia e nella cultura della moderna società industriale.

Il 25 settembre scorso è stato inaugurato il Collections Centre del Museum of Science and Industry di mnchester, la città che è stata centro della prima Rivoluzione Industriale inglese, legata all'industria del cotone. Questo nuovo servizio stimola la curiosità del visitatore, invitandolo a sbirciare dietro i vetri per scoprire il retroscena dell'esposizione permanente. Il centro svolge più funzioni. deposito e restauro degli oggetti, mostra di materiali e documenti non presentabili negli spazi espositivi e centro di consulenza e studio per studenti, ricercatori e pubblico non specialistico.

Nella "vetrina" del Museo sono esposti esempi significativi delle principali macchine per confezionamento, dosatura e imballaggio prodotte a Bologna negli anni 1940-'70. Da tempo la nostra città è leader mondiale in questo settore e il comparto delle macchine automatiche ha assunto nel secondo dopoguerra le caratteristiche di un distretto industriale a produzione flessibile all'interno di un più ampio processo di sviluppo industriale. Le schede dedicate alle aziende documentano la storia del comparto, dalle prime imprese meccaniche degli anni 1920-'30 alle nuove ditte che testimoniano una cultura meccanica diffusa, la rete delle aziende caratterizzate da competenze fortemente professionalizzate e l forte mobilità interna del settore, che ha consentito a tecnici e progettisti di costituire nuove, dinamiche aziende.

ittorio Minarelli è stato un importante protagonista della storia della moto bolognese. Nella sua biografia si ritrovano caratteristiche comuni ad altri tecnici e progettisti locali: la passione per la meccanica, le relazioni intrattenute con i migliori motoristi dell'epoca, la volontà di innovare e di conquistare specifici settori di mercato. Oggi la Ditta Minarelli, di cui ricorre il conquantesimo dalla fondazione, agisce a livello mondiale con un fatturato di 340 miliardi di lire, 420 addetti e 3 stabilimenti che producono 500 000 motori all'anno.

Il 23 novembre 2001 è stato inaugurato dal Capo dello Stato il nuovo Museo Vivo della Scienza di Napoli e l'esposizione PackAge alla scoperta dell'imballaggio. Questa grande mostra promossa dal Consorzio Nazionale Imballaggi e dall'Istituto Italiano Imballaggio si caratterizza per la forte valenza ludica, educativa e interattiva e per il linguaggio immediato con cui risponde a ogni possibile domanda sulla storia del packaging, i suoi materiali, le sue funzioni, il riciclaggio.