Museum of Industrial Heritage

Nel panorama industriale del XX secolo a Bologna sono state numerose le aziende locali in grado di mettere a disposizione delle case motociclistiche locali e nazionali una grande varietà di lavorazioni e di componenti. Alcune di queste imprese, alle quali si deve l’ideazione e la costruzione di motori, telai, serbatoi, candele di eccellente qualità, non hanno risentito degli eventi congiunturali che nel corso degli anni hanno portato alla nascita e alla scomparsa di molte piccole e medie aziende che assemblavano motociclette e ciclomotori. Dal secondo dopoguerra le ditte attive nel campo della componentistica si sono moltiplicate mettendo sul mercato lavorazioni specializzate e prodotti sempre più sofisticati. Oggi il settore conta oltre un centinaio di ditte operanti nel territorio bolognese con casi di qualità di rilevanza internazionale.

La conclusione del XX secolo stimola la riflessione sulle iniziative volte ad assicurare la memoria del Novecento. Il museo ottocentesco, enciclopedico e prescrittivo, espressione degli strati culturalmente dominanti, è ormai superato. Le più recenti esperienze museografiche sono attive nel garantire visibilità alla memoria anche di eventi e gruppi o minoranze finora esclusi. E’ dai musei dedicati alla valorizzazione del patrimonio scientifico-tecnologico e industriale che, negli ultimi anni, sono state proposte sperimentazioni innovative di grande interesse per gli approcci pluridisciplinari utilizzati.

Il Museo dell’Industria e del Lavoro “Eugenio Battisti”, in via di realizzazione a Brescia, intende far conoscere la civiltà industriale nel suo farsi storico. A partire dal processo di industrializzazione locale, assunto come modello significativo, l’attenzione si allarga al contesto nazionale lungo un arco cronologico che va dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai nostri giorni. Dal punto di vista organizzativo, sull’esempio di analoghi network realizzati in aree industriali europee, l’istituzione si articolerà in un centro, con sede a Brescia negli edifici dismessi dell’ex Metallurgica Tampini, e in quattro antenne istituite sul territorio, ciascuna con la propria specificità tematica: Museo del ferro, Parco di archeologia industriale, Museo dell’energia idroelettrica, Museo dell’agricoltura moderna.

A Laviana, cittadina al centro della regione spagnola delle Asturie, è in corso di realizzazione un progetto per la costituzione del Centro de Interpretación de Armando Palacio Valdés y de la Minería de Montana Coto Musel. A Entralgo, nella casa natale di Armando Palacio Valdés, famoso scrittore asturiano autore del romanzo La Aldea Perdida , avrà sede il centro dell’ecomuseo. Il progetto si propone lo sviluppo economico del territorio puntando sul settore dei servizi, intrecciando la valorizzazione delle passata attività produttive (l’agricoltura e l’allevamento fino al secolo XIX e l’industria estrattiva del carbone a partire dagli ultimi anni del secolo XIX) con il ricco paesaggio naturale, i riferimenti letterari ai luoghi e alle esperienze di vita della popolazione locale.

Nella seconda metà del XIX secolo ha inizio a Bologna l’espansione dell’industria bolognese dei salumi e della mortadella in particolare  verso i mercati nazionali ed esteri. L’affermazione di questi prodotti è legata all’introduzione e perfezionamento del metodo Appert per la conservazione della mortadella in scatola.  E’ al salsamentario Alessandro Forni che si deve questo nuovo procedimento; altri produttori locali ne seguirono l’esempio affermandosi anche a livello internazionale. Mentre alcune di queste ditte producevano in proprio le scatole in latta per il confezionamento della mortadella in fette, per altri era sorta la necessità di fornirsi presso ditte meccaniche specializzate, tra cui spicca la Benfenati, il cui titolare brevettò nel 1890 una macchina per la saldatura delle scatole. Segno della rilevanza di questo settore è rintracciabile nella partecipazione di molte di queste aziende alle Esposizioni nazionali e internazionali - sotto il patrocinio della locale Camera di Commercio - e nei grossolani tentativi di commercializzazione, da parte di ditte inglesi e statunitensi, di salumi con false etichette di “Bologna Sausage”.

Organizzato dall’Istituto per il lavoro si è tenuto a Bologna nei giorni 9-10 ottobre 2000 un convegno dedicato alla rappresentazione del lavoro. Nel primo giorno sono stati presentati materiali audiovisivi sul lavoro e i progetti di catalogazione di queste interessanti fonti documentarie per mezzo delle moderne tecnologie. Nella seconda giornata di lavoro gli interventi dei relatori (storici, sociologi, docenti di estetica, psichiatri) hanno dato conto dell’autorappresentazione del lavoro dal caso dei maestri di bottega nel XVIII secolo alle attuali esperienze nelle fabbriche organizzate secondo il modello toyotista, dal ruolo del lavoro nel vissuto dell’uomo contemporaneo allo spazio riservato dai mass media a questo tema.

Curato dal Museo del Patrimonio Industriale di Bologna ed edito da Renografica, il volume raccoglie ricerche e materiali utilizzati per l'esposizione permanente "Prodotto a Bologna"

Le macchine e i materiali del Museo, impacchettati in attesa dei nuovi allestimenti indicano che si è ormai passati alla fase esecutiva  dei lavori. Obiettivo della mostra “Prodotto a Bologna. Una identità industriale con cinque secoli di storia” è quello di mostrare e spiegare come e perché Bologna abbia rappresentato un punto di livello alto nello sviluppo economico in epoche diverse.
Accanto ai suggestivi allestimenti che documentano l’eccellenza dei prodotti bolognesi affermatisi sul grande mercato internazionale, altri interventi riguardano spazi esterni (l’area circostante il plesso Galotti) e interni: Oltre alle “stanze delle meraviglie”, per visualizzare questa storia, la  Sala auditorium al primo piano, rinnovata negli arredi, è stata dotata di un sofisticato sistema informatico per potenziare al massimo le possibilità comunicative e di connessione telematica. Sempre allo stesso piano, l’area meeting e quella laboratoriale hanno nella sezione “Dall’eccellenza al futuro”, negli spazi “infosfera” e “area produttiva Bologna 2000” un significativo punto di interscambio che mostrerà cosa accade oggi nella città industriale. In questa fase di lavori i rapporti con le scuole sono stati mantenuti con uno specifico corso di aggiornamento per gli insegnanti. Negli incontri con i consulenti e i ricercatori che collaborano all’esposizione i docenti coinvolti hanno conosciuto in anteprima le scelte, le soluzioni adottati i contenuti della mostra.