Forma di fusione
Nel corso dell'età del Bronzo le attività artigianali ed in particolare la metallurgia rivestono un'importanza via via crescente nella vita delle comunità umane. In particolare nel corso del Bronzo Recente (1330-1170 a.C.) la lavorazione del bronzo conosce una fase di eccezionale fioritura, come dimostra l’aumento della produzione e l’ampia varietà degli strumenti e degli ornamenti, probabilmente anche in virtù dalla piena integrazione dell’attività degli artigiani specializzati all’interno degli insediamenti.
Informazioni aggiuntive
Numerose sono infatti le testimonianze archeologiche dello svolgimento dell'attività metallurgica negli scavi di abitato, prima fra tutte i rinvenimenti di strumenti legati alla lavorazione del metallo quali forme di fusione e bocche di mantice.
Esemplare è il caso dell'abitato di San Giuliano di Toscanella (Imola), in cui Giuseppe Scarabelli, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, rinvenne piani di argilla indurita dal fuoco ricchi di scorie di fusione, strutture da lui stesso definite che definite "focolari-fucina”.Tra i materiali ivi recuperati si segnalano alcune forme in pietra per la fusione dei metalli, tra cui quella
presentata nella foto. Destinata alla produzione di falcetti, cuspidi di freccia e lesine, questa forma di fusione è il tipo più antico di matrice, definito "univalve". Il metallo, riscaldato fino allo stato liquido nel crogiolo, veniva versato nella forma e poi ricoperto da una pietra piatta. Una volta raffreddatisi, gli oggetti così ottenuti, venivano estratti dalla matrice e sottoposti a una successiva fase di lavorazione che prevedeva l’eliminazione delle bave di fusione, la politura superficiale e l’affilatura.
Luogo: Sala I - Sezione Preistorica
Provenienza: Imola, San Giuliano di Toscanella (Bologna)
Datazione: Bronzo Recente (1330-1170 a.C)
Materiale: Arenaria
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Numero di inventario: 32663