Introduzione
Corinto, a partire dall'VIII secolo a.C., diviene uno dei più attivi centri della Grecia per la produzione e l'esportazione del vasellame ceramico. Le officine corinzie utilizzano una caratteristica argilla giallo pallido, assai depurata, decorata in un primo momento in stile geometrico. Già dagli ultimi decenni dell'VIII secolo a.C., grazie alla rapida assimilazione dei motivi decorativi e iconografici provenienti dal Mediterraneo orientale, i pittori di Corinto sviluppano uno stile figurato caratterizzato da teorie di animali reali e fantastici, da scene narrative anche a carattere mitologico alternate sul corpo del vaso ad elementi squisitamente decorativi quali trecce, fiori di loto e palmette. La tecnica utilizzata è quella della silhouette nera sul fondo chiaro dell'argilla; i dettagli interni delle figure vengono delineati tramite l'incisione e grazie anche all'adozione di colori aggiunti quali il rosso paonazzo e il bianco. La ceramica etrusco-corinzia La grande quantità di vasi corinzi esportati in Etruria e in Italia Meridionale e l'emigrazione di artigiani greci determinò, a partire dal 630 a.C. circa, la nascita di produzioni locali di imitazione della ceramica corinzia. Tra queste produzioni, dette italo-corinzie, assunse un ruolo preminente, per diffusione e rilevanza artistica, quella etrusco-corinzia. Nei centri etruschi sorsero infatti numerose botteghe che realizzarono migliaia di vasi che riproducono forme e motivi decorativi dei modelli corinzi ai quali talvolta si mescolano gli influssi greco-orientali.