Introduzione
Durante il VI secolo a.C. in Etruria si verificano grandi trasformazioni sociali, politiche ed economiche. Si conclude il processo di formazione delle città, all'interno delle quali ai gruppi aristocratici si affianca e poi si sostituisce al potere un ceto di commercianti. La presenza nel mare Tirreno di Greci e di Cartaginesi, stanziati oltre che in Sicilia e in Magna Grecia, in Corsica e in Sardegna, porta ad una progressiva perdita del dominio etrusco sul mare. In Etruria si avvia quindi un processo di riorganizzazione, volto alla creazione di nuove e più sicure vie commerciali, in grado di garantire i contatti con la Grecia e con il mondo transalpino. Mentre le città della costa tirrenica subiscono un declino, quelle dell'interno sono potenziate ed inserite in un complesso sistema di scambi commerciali che ora sfruttano l'Adriatico e il territorio della pianura padana. Qui i centri preesistenti sono riorganizzati e Bologna diventa una grande città, fulcro della fitta rete di commerci e, come ci tramandano le fonti latine, il centro più importante dell'area padana (princeps Etruriae) conosciuta con il nome di Felsina. Nei punti cruciali del territorio vengono fondate nuove città con funzioni economiche diversificate ma ben integrate fra loro: Spina, un porto adriatico in cui convivono Etruschi, Greci e altre genti italiche; Marzabotto, nella valle del Reno, via preferenziale verso l'Etruria Tirrenica, eccezionale esempio di città pianificata con vocazione artigianale e commerciale; Mantova, ponte per i commerci con l'area transalpina e sede di attività agricole e artigianali. La straordinaria organizzazione commerciale e l'assetto federale dei centri etrusco-padani non solo favoriscono lo sviluppo economico e sociale delle comunità cittadine, ma contribuiscono alla loro formazione culturale e artistica, grazie alla diffusione di oggetti, di ideologie e di mode importate dalla Grecia.