Introduzione
Nel corso del VI e del V secolo a.C. in tutti i centri greci dell'Italia meridionale (Magna Grecia), furono molto abbondanti le importazioni di ceramica attica, ma solo a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., in concomitanza con la fondazione della colonia ateniese di Thurii (presso Sibari), si avviò una produzione di ceramica locale a figure rosse. Il trasferimento di ceramisti ateniesi determinò la nascita di botteghe nelle città greche della Lucania, a Metaponto e nella stessa Thurii; in seguito sorsero centri di produzione anche nell'area apula, a Taranto e a Canosa. La contrazione delle esportazioni di ceramica attica, determinata dalla guerra del Peloponneso e dalla conseguente sconfitta ateniese, favorì l'evoluzione della produzione in Italia Meriodionale, con la nascita di fabbriche anche in Sicilia e in Campania. Caratteristica delle produzioni delle colonie magno greche è un colore dell'argilla più pallido rispetto a quello della ceramica attica, unitamente ad un minore lucentezza della vernice nera. Ben presto le botteghe dell'Italia meridionale svilupparono uno stile originale, caratterizzato soprattutto da una vivace policromia per l'uso frequente di colori suddipinti, quali il bianco, il giallo e il rosso. Le forme vascolari derivano dalla tradizione attica, ma non mancano vasi di tipo locale come la situla, attestata esclusivamente in Campania e la néstoris, di origine messapica. I vasi di maggiore impegno sono decorati con scene di carattere funerario e con episodi tratti dal mito e dall'epica greca, a volte fortemente influenzati da rappresentazioni teatrali. Si tratta di raffigurazioni spesso complesse, animate da numerosi personaggi, disposti su diversi piani.