Statua acefala di Afrodite al bagno
La dea, di cui non è conservata la testa, è raffigurata accovacciata, con la coscia destra aderente al polpaccio e con il gluteo premuto sul calcagno. Il puntello metallico moderno fa aderire il ginocchio al piano di base: in antico doveva invece essere un poco sollevato da terra, come documentano altre repliche di epoca romana. Il busto, incurvato in avanti con le spalle ruotate verso sinistra, era parzialmente coperto dalle braccia incrociate, ripredendo abbastanza fedelmente lo schema della statua originale, in bronzo, creata dallo scultore Doidalsas, intorno alla metà del III secolo a.C.
Informazioni aggiuntive
Afrodite viene ritratta dall'artista mentre compie un gesto quotidiano e comune alle donne greche, che si lavavano in piccole vasche facendosi versare l'acqua sul corpo da un'ancella. Dell'opera, che ebbe una grandissima fortuna nel mondo romano, si conosce un numero elevato di copie, in alcune delle quali è stata aggiunta anche la figura di un piccolo Eros. In questo esemplare non vi sono tracce dell'amorino e la figura della dea risulta nel complesso aggraziata ed armoniosa; le forme del corpo sono delicate ed asciutte, forse per scelta dell'abile copista che ha preferito allontanarsi dall'esuberanza barocca di cui era pervasa l'opera originale.
Luogo: Sala VII - Sculture romane
Provenienza: Collezione Universitaria (già Marsili)
Datazione: fine I secolo - inizi II secolo d.C
Materiale: marmo bianco a grana fine
Dimensione: altezza cm 54
Numero di inventario: ROM 1924