Introduzione
A Bononia, come in tutte le altre città romane dell'impero, le zone destinate alla sepoltura, in rispetto a norme igieniche stabilite a Roma già in età arcaica, le necropoli, si svilupparono al di fuori del perimetro della città lungo il fronte di importanti strade di collegamento. Il cimitero più esteso sorse lungo il tratto occidentale della via Emilia, il cui percorso era fiancheggiato da stele funerarie poste a segnacolo di tombe ad incinerazione ed a inumazione e da monumenti funerari. In epoca tarda (V - VI sec.d.C), durante un periodo di profonda crisi della città, furono prelevate da questa necropoli lapidi risalenti al I secolo d.C. che, legate con grappe e cementate con calcestruzzo, servirono per costruire una diga aggiunta come appendice all'antico ponte romano sul fiume Reno. Da questo manufatto, il "cosiddetto Muro del Reno", messo in luce nel 1894 in seguito ad una piena del fiume, provengono circa un centinaio di lapidi e cippi sepolcrali di grandissimo interesse, ora conservati in Museo. Altri sepolcreti e monumenti funerari si trovavano in varie zone del suburbio, in prossimità di centri agricoli della pianura (pagi) e delle villae. Le iscrizioni sepolcrali ci restituiscono un quadro della società bolognese, appartenente al ceto piccolo borghese, composto da artigiani e commercianti che raggiunsero un notevole benessere.