Bottiglia ansata a corpo doppio
Le bottiglie ansate, ben diffuse in Occidente, nei centri vesuviani e nell'Italia settentrionale, erano recipienti utilizzati come contenitori da dispensa e da mensa o per il trasporto e la conservazione domestica di olio e vino. Potevano essere soffiate entro stampi aperti, con un marchio in negativo sul fondo esterno, oppure realizzate con soffiatura libera e appiattite su una superficie rigida. La loro produzione ha inizio entro la prima metà del I secolo d.C. e prosegue fino agli inizi del III secolo d.C.
Informazioni aggiuntive
Il piccolo esemplare a corpo doppio, ottenuto dalla distinta soffiatura entro stampo delle due parti del corpo, successivamente unite a caldo, appartiene ad un tipo di bottiglia particolarmente raro nella produzione vetraria romana, caratterizzato dalla presenza di uno o due setti di divisione interni al corpo del vaso. Ancora incerta è la funzione di recipienti di questo tipo: se infatti conteneva sostanze diverse nei due scomparti, nel versare si sarebbero comunque mescolate. Il pezzo bolognese potrebbe essere stato prodotto in un'officina occidentale, forse nord-italica, fra la seconda metà del I e il II secolo d.C.
Luogo: Sala IX - Collezione Romana
Provenienza: sconosciuta
Datazione: seconda metà del I - II secolo d.C.
Materiale: vetro verdazzurro soffiato a stampo
Dimensione: altezza cm 6,9; larghezza corpo cm 6
Numero di inventario: Rom 66