Introduzione
Gli ornamenti costituivano una componente essenziale del costume romano. Caratteristica dell'abbigliamento maschile e femminile era la fibula cioè la spilla che serviva a trattenere gli abiti: alcune erano in oro o argento, la maggior parte era in bronzo. Gli artigiani ne creavano continuamente di forme nuove, lasciando sempre un ampio spazio fra l'arco e lo spillo, per permettere di raccogliere anche drappeggi molto ampi e pesanti. Questo oggetto, assieme funzionale e d'ornamento, era sensibile alle mode al punto che il variare delle fogge riveste un preciso valore cronologico e di riferimento culturale, così come le elaborazioni più preziose quello di vera e propria espressione artistica. Non tutti gli ornamenti avevano, come le fibule, la scusante dell'utilità. Collane, braccialetti, orecchini, anelli, di solito in metallo prezioso, erano di uso corrente. Le fonti storiche attestano che i gioielli più diffusi, per uomini e donne, erano gli anelli che si infilavano alle dita della mano sinistra. I bracciali, talvolta a coppie, si portavano ai polsi, sull'avambraccio e sulla parte alta delle braccia; cerchi aurei stringevano le caviglie; orecchini in oro e collane impreziosivano il volto; i capelli erano raccolti in delicate reticelle realizzate in fili d'oro.