Introduzione
L'Egitto raggiunge l'unità politica verso la fine del IV millennio, quando un sovrano del regno del Sud, Menes, conquista il Delta e pone fine alla divisione territoriale del Paese. Durante la I e la II dinastia (età tinita: ca. 3100-2705 a.C.) la capitale è trasferita a Menfi, nel Nord, e le strutture amministrative dello stato sono gradatamente definite sino ad arrivare a piena maturazione agli inizi della III dinastia. Incomincia allora l'Antico Regno, il periodo storico che si estende sino alla VI dinastia (2705-2195 a.C.). È questa l'epoca delle grandi piramidi, della statuaria in pietra e dei rilievi delle tombe che riflettono un'arte di corte strettamente connessa con l'ideologia del potere accentrato nelle mani del sovrano, unico tramite tra il mondo terreno e quello divino, e dei suoi funzionari più fidati. Il grande slancio di creatività iniziato a Saqqara durante la III dinastia, che ha nel complesso funerario del faraone Djoser il suo centro di emanazione, giunge al culmine durante la dinastia successiva con le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a Giza, e si esaurisce progressivamente a partire dalle dinastie V e VI. In quest'ultima fase dell'Antico Regno il paese governato per mezzo di uno stuolo di funzionari, sempre più autonomi, inizia a disgregarsi perchè sono messe in discussione la natura divina del faraone e la sua imprescindibilità nella gestione del potere: ci si avvia così verso il Primo Periodo Intermedio, quel secolo e mezzo di crisi che separa l'Antico Regno dal Medio Regno. La collezione egiziana di Bologna possiede alcuni oggetti appartenenti a questo periodo, molto significativi; degni di nota sono in particolare una statua di dignitario anonimo di IV dinastia e la stele a "falsa porta" di Samery di V dinastia.