Busto della dea Sekhmet
Sekhmet, il cui nome significa “la potente”, era per gli Egiziani una divinità temibile perché capace di portare distruzione e pestilenza tra gli uomini come aveva fatto nell’età del mito per difendere il dio sole Ra dai suoi nemici. Allo scopo di garantirsene la benevolenza in ogni giorno dell’anno, il faraone Amenhotep III (1390-1353 a.C.) fece realizzare due serie di 360 statue che la raffiguravano sotto le consuete sembianze di donna con testa di leonessa. Gran parte delle sculture furono destinate al tempio tebano di Mut, molte altre al tempio funerario del sovrano sulla sponda occidentale del Nilo e, in minor numero, alla città di Tebe.
Informazioni aggiuntive
Quasi tutte le collezioni di antichità egiziane ne conservano almeno un frammento ed anche il Museo di Bologna ha il proprio busto della dea, che indossa un largo collare del tipo usekh, costituito da numerose fila di pendenti sovrapposte, e una parrucca suddivisa in tre bande di capelli
Il punto di rottura della statua, poco al di sotto del seno, non permette di stabilire se la dea Sekhmet fosse seduta oppure in piedi.
Luogo: Collezione egiziana
Provenienza: Egitto:Tebe (?) Collezione Palagi
Datazione: Nuovo Regno, XVIII dinastia, regno di Amenhotep III (1390 - 1353 a.C.)
Materiale: diorite
Dimensione: cm 59 x 33 x 35
Numero di inventario: cm 59 x 33 x 35