Medaglia di M. de' Pasti per L. B. Alberti
La medaglia, eseguita da Matteo de' Pasti probabilmente tra il 1446 e il 1450, è considerata una delle più alte espressioni artistiche del Rinascimento per l'incisività del ritratto e per l'equilibrio compositivo. La tipologia del rovescio dell'occhio alato, probabilmente concepita dallo stesso Alberti, deriva certamente dall'iconografia egiziana dell'occhio udjat di Horus, come dimostra un passo del De re aedificatoria: "Quanto agli Egizi si servivano di simboli figurati, così: un occhio significava la divinità e così via".
Informazioni aggiuntive
La collezione bolognese conserva circa 16.000 medaglie provenienti da diverse raccolte, Salina, Verzaglia-Rusconi, Universitaria e in minor misura dalla Palagi. Gli esemplari, presenti nei diversi metalli, coprono un arco cronologico che va dalla nascita della medaglia, con le opere del Pisanello, ai giorni nostri. Particolarmente importante è il nucleo delle medaglie papali costituito da oltre 5500 esemplari, alcuni molto rari, che raffigurano i papi da San Pietro a Giovanni Paolo II: tali opere offrono pertanto un quadro quasi completo della medaglistica papale. Oltre al consistente nucleo delle medaglie legate alla storia e ai personaggi bolognesi, con esemplari spesso unici, si segnala anche la raccolta delle medaglie rinascimentali con pezzi di straordinaria bellezza, dovuti alla maestria di artisti quali Pisanello, Matteo de' Pasti, l'Antico, lo Sperandio, Gian Cristoforo Romano e il Francia. La medaglia, eseguita da Matteo de' Pasti probabilmente tra il 1446 e il 1450, è considerata una delle più alte espressioni artistiche del Rinascimento per l'incisività del ritratto e per l'equilibrio compositivo. La tipologia del rovescio dell'occhio alato, probabilmente concepita dallo stesso Alberti, deriva certamente dall'iconografia egiziana dell'occhio udjat di Horus, come dimostra un passo del De re aedificatoria: "Quanto agli Egizi si servivano di simboli figurati, così: un occhio significava la divinità e così via". Nella raffigurazione ricorre il numero sette, tante sono le fiamme sotto l'occhio e il numero delle lettere che compongono la legenda QUID TUM (allora dunque), come sette sono i giorni della creazioni o i pianeti. Matteo de' Pasti, che firma la medaglia alla maniera del Pisanello (MATTHAEI.PASTII.VERONENSI.OPVS = opera di Matteo de' Pasti veronese) fu architetto, scultore, pittore, oltre che medaglista; attivo a Venezia, si trasferì nel 1446 a Rimini dove collaborò con l'Alberti al rifacimento del Tempio Malatestiano.
Luogo: Medagliere (deposito)
Provenienza: Collezione Universitaria
Datazione: 1447
Materiale: bronzo
Dimensione: diametro mm 87
Numero di inventario: 22730