Fistula in piombo dall'acquedotto di Bononia
IL SISTEMA DELLE ACQUE Il condotto sotterraneo dell’acquedotto augusteo ha il suo inizio alla confluenza tra i fiumi Reno e Setta, sull’Appennino subito a sud di Sasso Marconi. Prosegue poi costeggiando il fianco destro del Reno e, dopo aver girato intorno al colle di San Luca, s’immette nella valle del Ravone, avvicinandosi alla città in corrispondenza di viale Aldini. Il canale, largo circa 60/70 cm, fu scavato nella nuda roccia solo quando la morfologia del terreno lo permetteva, mentre in corrispondenza di banchi argillosi vennero aggiunte centine di contenimento delle pareti, realizzate con diverse modalità: il cunicolo poteva essere rivestito in opera cementizia - pietrame o ciottoli legati con calce -, in opera incerta e in laterizi tagliati o mattoni.
Informazioni aggiuntive
Le fistulae erano tubi sotterranei di varia portata che distribuivano l’acqua dal castellum aquae, un serbatoio di smistamento posto all’arrivo dell’acquedotto, fino alla destinazione finale: edifici pubblici, terme, fontane, ricche abitazioni private. Quasi tutti i tubi rinvenuti mostrano un’iscrizione a rilievo nella quale sono menzionati i nomi dei magistrati cittadini (quaestores), che controllavano la portata delle condutture, avevano la responsabilità delle concessioni private e calcolavano il canone di distribuzione; oppure quelli degli operai, generalmente di condizione servile (vilici plumbarii), che materialmente eseguivano i lavori di posa e controllo delle tubature.
Luogo: Sala XII - Bologna romana
Provenienza: Bologna
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Materiale: piombo
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