La carriera universitaria del sacerdote bolognese Filippo Schiassi comincia nella Bologna giacobina e Napoleonica.
Sono gli anni tra il 1796 e il 1815 e fra le trasformazioni portate dai Francesi c’è anche la riorganizzazione delle istituzioni culturali cittadine. L’Università e l’Istituto delle Scienze vengono di fatto uniti e le collezioni dell’Istituto smembrate, con la definitiva separazione delle raccolte scientifiche da quelle storico-artistiche. A Schiassi viene affidata la Stanza delle Antichità dell’Istituto, per trasformarla, nel 1810, nel Museo delle antichità della Regia Università di Bologna; è nominato inoltre professore di Numismatica ed Antiquaria, dal 1815 Archeologia.
Ma la presenza francese su suolo italico fa anche sì che il patrimonio artistico, archeologico e librario della città sia coinvolto nella grande operazione di requisizione di opere destinate ad arricchire le istituzioni culturali francesi ed in particolare il Museo del Louvre.
Da Bologna partono codici, manoscritti, dipinti, strumenti scientifici e oggetti archeologici. Fra questi lo specchio etrusco di bronzo noto come “patera cospiana”, che era stato il pezzo forte della collezione Cospi. Lo specchio sarà fra i beni che la difficile trattativa di Antonio Canova, per incarico di papa Pio VII, riuscirà a riportare in patria, dopo la caduta di Napoleone.