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Il conte Giovanni Gozzadini, patriota, storico, archeologo e la sua sposa, la cugina veronese Maria Teresa di Serego Allighieri, rappresentano un punto di riferimento per la vita sociale, culturale e politica bolognese pre unitaria e negli anni seguenti al 1860.
Il 18 maggio 1853, presso Villanova, nella tenuta del Conte vengono alla luce le prime tracce di un antico sepolcreto. E’ per il conte il coronamento di un sogno e l’inizio di una sorta di avventura privata, condotta assieme a Maria Teresa nelle vesti di restauratrice e disegnatrice. Gli scavi portano alla luce 193 sepolture, prevalentemente a incinerazione.
E’ un momento importantissimo per la storia degli studi archeologici, non solo nel bolognese. Si tratta infatti della prima vistosa attestazione di quella cultura di incineratori che proprio da questo rinvenimento prende il nome di “villanoviana” e che oggi riconosciamo come la più antica fase della civiltà etrusca.
Alla prima fortunata scoperta del sepolcreto di Villanova, seguono per Gozzadini molte altre imprese archeologiche, condotte privatamente o come Commissario ai Musei e agli Scavi, carica che riveste dal 1875.
Le sue indagini confluiscono spesso in pubblicazioni con un ampio apparato illustrativo. Suoi lo scavo delle prime tombe di tipo villanoviano a Bologna, con il piccolo sepolcreto Malvasia Tortorelli presso le Due
Torri, l’indagine dell’Acquedotto romano (con Antonio Zannoni), le prime importanti campagne di scavo nella città etrusca di Marzabotto.
Il conte ricopre importanti cariche, fra cui quella di Direttore Generale del Museo Civico di Bologna, e coltiva anche la vita politica come membro del consiglio comunale di Bologna e poi Senatore del Regno.