Una mostra voluta e organizzata dal Museo Archeologico in collaborazione con il Museo della Musica e il Coro Athena, allestita negli splendidi locali del Museo della Musica.
Che un coro faccia concerti è un evento scontato; che un coro organizzi una mostra, per far conoscere quanto stretto sia il legame tra musica e numismatica nel corso dei secoli, lo è un po’ meno. Con la mostra MONETE SONANTI, il Museo Civico Archeologico e il Coro Athena, in collaborazione con il Museo della Musica di Bologna, hanno voluto mostrare quanto, nelle diverse epoche, incisori, orafi e medaglisti abbiano attinto, per diversi motivi, dal mondo della musica e con esso si siano confrontati. Per onorare divinità, per eternare cantanti e compositori, per esaltare virtù di colti governanti, per celebrare musica e lettere, le monete e poi le medaglie divengono uno strumento non solo utile, ma tutt’altro che secondario rispetto a statuaria e pittura.
Sono oltre 200 le monete e le medaglie esposte in mostra, tutte provenienti dal Medagliere del Museo Civico Archeologico che con i suoi circa 100.000 esemplari vanta una delle collezioni numismatiche più significative d’Italia. Attraverso le sale del Museo della Musica, si snoda un itinerario che dal IV secolo a.C. guida il visitatore attraverso mitologia, storia, società e musica, in un’esposizione che si arricchisce e si completa di tutti quegli oggetti, strumenti, partiture, spartiti, accessori già esposti nel museo. Nove sale per nove temi espositivi, che spaziano dalla raffigurazione del mito classico e dello strumento musicale sulle monete antiche fino a medaglie che narrano di talentuosi musicisti, cantanti di grido, partiture musicali e soprattutto di personaggi indelebili come Padre Martini, Farinelli, Mozart, Rossini. Apollo, Ercole e le Muse, Cibele, Saffo, l’imperatore Nerone, ma anche strumenti come il sistro, la lira, la cetra, il timpano, il flauto di Pan, l’arpa e l’hydraulis (una sorta di organo ad acqua), compongono l’immaginario musicale del mondo antico. Tali immagini sono veicolate con una potenza di diffusione amplissima dalla moneta greca e soprattutto romana: di mano in mano assieme al denaro passa anche la conoscenza.
Dopo un silenzio iconografico che interessa la monetazione in epoca medievale, la musica torna protagonista assieme a quel grande fenomeno innovativo che è la nascita della medaglia, attribuita a Pisanello. La medaglia è infatti profondamente e concettualmente diversa dalla moneta: questa ha essenzialmente funzione economica, quella ha invece funzione prevalentemente artistica e celebrativa. Proprio nel nuovo oggetto la celebrazione della musica in tutte le sue forme trova ampio spazio e consenso.
Accanto alle medaglie che celebrano i grandi della musica dal 500 all’800, trovano spazio temi di grande respiro come un’attenta analisi dell’idea stessa di musica dalle società antiche a quelle moderne ma anche proposte curiose come alcune medaglie che riproducono partiture musicali, in caratteri minutissimi (tra cui la Marsigliese e l’inizio dello Stabat Mater di Pergolesi).
Lungo il percorso della mostra la moneta diviene davvero “sonante”: simbolo di concretezza per antonomasia, quel tondello di metallo nato circa 27 secoli fa in Asia Minore si spoglia progressivamente del puro significato economico e diviene strumento insolito e profondo per narrare una senz’altro non completa ma particolarissima storia della musica.
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