Particolare di una stele etrusca dal sepolcreto della Certosa (Bologna) (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
Pericle Ducati dal 1920 succedette a Ghirardini sulla cattedra di Archeologia Classica e poi come direttore del Museo Civico. Nei primi anni della sua direzione si attua la definitiva separazione istituzionale fra Museo Civico e Soprintendenza Archeologica: nell’attività del museo si coglie ormai il consolidamento di una specifica professionalità improntata alla tutela, alla conservazione, alla fruizione delle opere: aspetti che divengono prioritari nelle complesse e concitate vicende della protezione del patrimonio durante la guerra.
L’attività di Ducati sarà principalmente legata all’insegnamento, alla ricerca, alla cura del museo. La sua vastissima produzione scientifica (la sua bibliografia conta oltre un migliaio di titoli) spazia dalla protostoria alla romanità, dallo studio di singole opere, ad intere classidi materiali, come le stele felsinee, alle grandi sintesi di storia e storia dell’arte come quella dedicata alla storia di Bologna nell’antichità.
Negli ultimi anni della sua vita si moltiplicano su quotidiani e riviste interventi che spesso cedono ad un uso apertamente propagandistico del dato archeologico. Ducati infatti aderisce convintamente al fascismo, ricoprendo cariche ufficiali. Nella Repubblica Sociale Italiana, è nominato membro del Tribunale straordinario provinciale di Firenze, chiamato a giudicare i sospetti di tradimento e gli oppositori del fascismo. Proprio a causa di questa attività il 16 febbraio 1944 Ducati è coinvolto in un agguato partigiano. Gravemente ferito, morirà in breve tempo.