Cally Spooner, By All Accounts This Was a Very Ordinary Man (2018). Performer: Michelangelo Miccolis. Courtesy l'artista e ZERO. Foto di Mathilda Olmi

Cally Spooner, By All Accounts This Was a Very Ordinary Man (2018). Performer: Michelangelo Miccolis. Courtesy l'artista e ZERO. Foto di Mathilda Olmi (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)

Nell'ambito delle due giornate (27 e 28 novembre 2024) dell'iniziativa Tradurre i corpi, tradurre i concetti. Un incontro tra arte e filosofia, giovedì 28 novembre 2024, dalle h 17.00 alle 20.00, tra la Reception e il Foyer del MAMbo, si tiene By All Accounts, This Was a Very Ordinary Man, una performance dell'artista Cally Spooner eseguita da Michelangelo Miccolis.

Nella performance Spooner presenta un uomo che cammina in modo discreto nello spazio espositivo, distruggendo delicatamente una saponetta bianca. Mentre il pubblico nota l'uomo o la saponetta, il performer pronuncia una serie di frasi standard e preconfezionate. L'opera mostra come i cliché e la banalità entrino nel linguaggio e nella vita attraverso una comunicazione preparata e anticipata. Trasformando il pavimento dello spazio espositivo in una superficie scivolosa e riempiendo l'aria con l'odore di pulito, il sapone funge da metafora. L’artista svela come il linguaggio e la realtà si trasformino e come questa trasformazione si diffonda nello spazio in modo incontrollato.

Nella stessa giornata, dalle h 10.00 alle h 13.00, presso il Dipartimento educativo MAMbo, si tiene il workshop A Hypothesis of Resistance, il quale si sviluppa a partire dal nuovo libro sulla “performance” dell'artista Cally Spooner, intitolato A Hypothesis of Resistance (Mousse Magazine & Publishing, 2024). Qui le informazioni dettagliate su come partecipare. 


"This is not an optimistic work. It was made at a moment in time when reality felt degraded. This is a subtle, barely perceptible, living gesture, that was made when I was thinking about the movement and behaviour of linguistic clichés, banalities and mistruths as they are spread into the global atmosphere by all of us (ordinary people), via techno-capitalism and it’s monopoly on our media outlets and our channels of information and knowledge. They create a slippery, sticky, inescapable environmental build up, from mistruths and stock-phrases, generated and circulated by obscure or hidden sources of information and language, that are not straightforwardly nor locatable, nor easily verifiable.” Cally Spooner

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