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Nel 1914, quando fu eletto, il sindaco Francesco Zanardi si trovò a fronteggiare una situazione difficile sul piano economico. La maggior parte della popolazione del centro della città viveva alle soglie della povertà.
Per assolvere al crescente bisogno e rendere un servizio alle fasce più deboli, furono creati gli spacci comunali, formalizzati in seguito nell'Ente Autonomi dei Consumi, dove la merce veniva venduta a prezzi agevolati.
L'Ufficio Tecnico comunale rese operativo il progetto del panificio comunale sotto la guida dell'ingegnere Rienzo Bedetti.
L' edificio di pianta rettangolare, di sessanta metri per ventisei, fu costruito nello spazio antistante l'attuale in via Don Giovanni Minzoni e con l'entrata posta in via Marghera (ora via Fratelli Rosselli).
La costruzione, interamente a mattoni con grandi vetrate, presentava esternamente decori cementizi disegnati dal professore Roberto Cacciari.
Internamente, al centro dello stabile, furono disposti dieci forni a vapore di dodici metri quadri ciascuno.
Dalla data di inaugurazione, 1 febbraio 1917, il forno fu attivo diciassette ore al giorno con squadre di lavoro di un centinaio di lavoratori, divisi su due turni.