Come si può abitare un’opera d’arte? Quali forme artistiche hanno il potenziale di incidere concretamente sulla qualità della vita pubblica e privata delle persone? La valenza della public art in Scandinavia è diversa da quella italiana? Ne parleremo con l’artista finlandese Jan-Erik Andersson, attualmente in residenza presso il Finnish Institute a Roma, attraverso una panoramica delle sue opere realizzate a partire dagli anni '80: installazioni, performance, arte pubblica, opere multimediali interattive, opere architettoniche e, in particolare, il Gesamtkunstwerk Life on a Leaf, una casa-opera concepita e costruita a Turku dal 2001 al 2009. Il progetto esplora la casa come membrana tra natura e cultura e il potenziale dell'arte e dell'ornamento per creare quello che Andersson definisce "spazio iconico".
Intervengono Fabiola Naldi, docente, critica e curatrice, e Karin Andersen, artista e docente all’Accademia Unidee della Fondazione Pistoletto, Biella.
Introduce Lorenzo Balbi, direttore MAMbo.
Jan-Erik Andersson (1954, Turku) ha conseguito il Doctor of Fine Arts (DFA) all’Università di Helsinki (2008) dopo precedenti studi all’Accademia di Belle Arti di Turku e una laurea in Biologia e Chimica organica nel 1981. Le sue opere indagano le energie primarie biologiche, psicologiche e sociologiche dell'essere umano: amare, costruire, comunicare, mangiare, sognare, giocare. Dal 1980 presenta i suoi lavori in Finlandia e a livello internazionale. Collabora regolarmente con altri artisti e architetti, in particolare con il sound artist Shawn Decker (Chicago) e l'architetto Erkki Pitkäranta (Helsinki). Dal 1991 è membro del gruppo di performance Edible Finns. Nel 2000, su invito del curatore Juha Van Ingen per il progetto H.E.A.R.T. (collaborazioni tra artisti basati nelle capitali culturali dell’anno), Jan-Erik Andersson e Karin Andersen hanno realizzato una performance site specific articolata tra particolari luoghi di Helsinki e Bologna.
Ingresso libero
Informazioni sull'evento