La città di Bologna si riforniva di sale grazie a un contratto di fornitura stipulato con le Saline di Cervia.
Gli approvvigionamenti arrivavano alla città attraverso il trasporto su imbarcazioni trainate a riva da cavalli lungo le rive dal Po Primario e sul Canale del Navile.
Quando venne fondato il Porto di Bologna, nella metà del cinquecento, venne anche istituito un primo edificio adibito a Magazzino del Sale.
Su iniziativa della Gabella Grossa, congregazione che si occupava nel settecento dei dazi sui prodotti in arrivo in città, ne fu costruito uno più capiente sulla sponda sinistra del porto, nello spazio di prato detto "buca dei cavalli", cioè il luogo dove trovavano ristoro gli animali da tiro delle imbarcazioni.
Nel 1787 quindi prese infatti vita la costruzione della nuova Salara per opera del capomastro Giuseppe Antonio Lanfranchini: un edificio a pianta quadrata di un solo piano, capace di contenere fino a 8500 sacchi di sale.
Per adibire il primo piano a granaio, venne rivisto lo stabile con un progetto che comprendeva il rinforzo delle murature con quattro robusti contrafforti.
La Salara è ad oggi l'unico edificio che testimonia la presenza dell'antico Porto fluviale. Infatti, per volere del Piano Regolatore approvato nel 1889, le cui azioni si concretizzarono solo negli anni trenta del novecento, furono demoliti tutti gli edifici dell'area e livellato il terreno.
La Salara stessa, nonostante non fosse stata abbattuta, venne interrata per due terzi dell'altezza.
Solo nel 1982 lo stabile viene recuperato da un restauro che lo riporta fuori terra e consolidato nella parte strutturale.
Attualmente la Salara è sede polivalente del circolo Cassero, precedentemente ospitato a Porta Saragozza.