Padiglione L'Esprit Nouveau
31 marzo - 14 maggio 2006

 

Opere che creano narrazioni sfuggenti, che danno la sensazione che lo spazio sia abitato da personaggi o attraversato da storie ancora da cogliere.

Mistificatore, narratore di situazioni inverosimili che si confondono con la realtà quotidiana.

Nell’intervenire all’interno, e nei dintorni, di quell’ibrido storico e culturale che è il padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna (1925 - 1977), Ryan Gander ha adottato un approccio ludico e fantastico che - partendo dalla ricostruzione linguistica di questo edificio, progettato da Le Corbusier quale simbolo delle utopie del funzionalismo modernista, e seguendo le sue alterne vicende fino alla sua ricostruzione a Bologna nel 1977, in occasione della fiera SAIE - svincola il suo intervento dall’essere un atto di mera presa di coscienza intellettuale per divenire, attraverso i Nove Progetti per il Padiglione de l'Esprit Nouveau installate nelle sale interne del padiglione e nel parco pubblico circostante, una vera e propria macchina del tempo che permette al visitatore di viaggiare avanti e indietro nel tempo e nello spazio, dal 1925 al 1977, per tornare al presente (2006) e tentare un balzo vertiginoso e fantastico (fino al 2056), quale dispositivo ludico che è anche una dichiarazione d’intenti nei confronti dell’istituzione museale e di ciò che essa dovrebbe essere in grado di rappresentare o preservare.