SUPERIMPOSITION, Polisonum, video still, 2024. Courtesy dell'artista e MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
SUPERIMPOSITION è un progetto artistico di Polisonum, a cura di Francesca Ceccherini e Anastasia Chaguidouline, che indaga il tema dell'ascolto e del controllo cognitivo e che si realizza attraverso l'incontro di più ambiti disciplinari, tra cui il suono, l'analisi dei dati, la moda e le arti visive.
Il progetto è presentato presso la Sala conferenze del MAMbo, giovedì 26 settembre, alle h 18.00, attraverso uno screening dell’opera seguito da una tavola rotonda con gli artisti Filippo Lilli e Donato Loforese di Polisonum, la curatrice Francesca Ceccherini e il direttore del museo Lorenzo Balbi.
SUPERIMPOSITION esplora il concetto di earworms – i vermi sonori – ossia tutti quegli agenti sonori che si innestano nel cervello coercitivamente fino a diventare parassiti e provocare meccanismi di controllo cognitivo. Già noti a fine ’800, poi definiti brainworm da Oliver Sacks, i vermi sonori sono legati alla cultura di massa come la musica pop, pubblicità, videogiochi e sigle tv. Abitano anche aeroporti, bar, negozi, palestre e centri commerciali e si caratterizzano per sequenze di suoni e melodie ridondanti da cui è difficile liberarsi. Riconoscere tali meccanismi è una pratica complessa, ciò a causa di un’educazione debole se non assente all’ascolto.
A partire da questa ricerca, SUPERIMPOSITION ha avviato un’analisi dei dati su oltre 10.000 brani musicali protagonisti delle classifiche popolari su scala internazionale dal 2000 al 2022. Tale analisi – che si basa su quantità e ripetitività della musica – è stata automatizzata con un software appositamente sviluppato. Basandosi sull’utilizzo di algoritmi e tecniche di data analysis, sono stati selezionati i testi che si caratterizzano sulla musica come earworms. La loro sovrapposizione, generata matematicamente, compone l’opera SUPERIMPOSITION – un suono composito e repulsivo in cui nessuna melodia è più riconoscibile.
L’opera è concepita come un atto performativo pensato come una sfilata di moda distopica che richiama antichi rituali. A sfilare sono capi che si presentano come abiti scultorei realizzati con tessuti fonoassorbenti – materiali tessili in grado di rifrangere e assorbire la pressione sonora – individuati con il supporto tecnico-scientifico del dipartimento di ricerca Energia del Politecnico di Torino. Questi abiti-armatura sono pensati come protezioni empiriche per l’orecchio e per i corpi che sfilano sul set, accompagnati da grandi altoparlanti e led-wall. Il fashion design dei capi è stato elaborato con il brand MARIOS attraverso una sperimentazione condivisa e una contaminazione creativa che ha guardato ai modelli dell’avanguardia suprematista fino alla tradizione orientale. La drammaturgia scenica e sonora della performance – presentata nella Great Hall dello storico Cercle Cité in Lussemburgo e ad Ars Electorica in Austria – è stata interpretata anche nell'opera video realizzata attraverso una regia di molteplici punti di ripresa.
Il progetto è sostenuto dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell'ambito del programma Italian Council (2023) ed è stato presentato presso diverse istituzioni quali *Alte Fabrik (Rapperswil, CH), Ars Electronica (Linz, AT), Careof (Milano, IT), Cercle Cité (Lussemburgo, LU), Haus der Kunst (Monaco, DE), Politecnico di Torino (Torino, IT) e OTO SOUND MUSEUM (Zurigo, CH).
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