MAMbo
21 febbraio - 13 aprile 2009

 

La mostra si pone come momento di sollecitazione critica e narrativa della funzione stessa del museo e dei suoi spazi-tempi, realizzando un progetto complessivo site-specific che modifica fantasmaticamente la percezione stessa dell'architettura del museo e si muove poi in varie direzioni, fino ad intervenire direttamente sulla modalità di comunicazione stessa dell'evento espositivo.

Generata su un altro piano spaziale e temporale (una registrazione audio-video del barocco Teatro Anatomico presso la Biblioteca dell'Archiginnasio a Bologna), la mostra resta al di fuori e si muove verso e oltre la sua stessa area spaziale e il suo proprio momento temporale, intercettando e scivolando su altri piani fisici e simbolici.

In linea con una certa tradizione di institutional critique ed Arte Concettuale, Donnelly (San Francisco, 1974. Vive e lavora a New York) è a favore di una purificazione dell'informazione che circonda una mostra la quale, come le opere dell'artista, rappresenta un evento che non può essere completamente decifrato, un'esperienza che richiede un uso limitato di modalità standardizzate o mediate (“versioni per la televisione”), a favore di modalità più evocative.

In questo contesto, la mostra e tutto ciò che la circonda o la precede (comunicati stampa o pubblicitari, inviti, guide al visitatore o pagine web come questa, ecc.) segna l'inizio di ciò che potremmo definire come un ri-caricamento (diciamo persino “re-incantamento”) dello spazio e del tempo del museo, della mostra e del mondo istituzionale ad essi corollario.