1143: la croce ritrovata di Santa Maria Maggiore a Bologna. 23 giugno 2017 - 7 gennaio 2018

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I Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con l'Arcidiocesi di Bologna, organizzano presso il Museo Civico Medievale una mostra dedicata alla croce di Santa Maria Maggiore, ritrovata nell'ottobre 2013, durante i lavori di pavimentazione del portico della chiesa. L'esposizione, curata da Massimo Medica, nasce dall'occasione di esporre per la prima volta al pubblico la croce viaria dopo il restauro eseguito da Giovanni Giannelli (Laboratorio di restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l.).



L'opera rientra nella tipologia di croci poste su colonne che venivano collocate nei punti focali della città a segnalare spazi sacri come chiese e cimiteri, o di particolare aggregazione come i trivi o i crocicchi e le piazze. Stando alla tradizione tale uso si diffuse già in epoca tardo antica a partire dalle "leggendarie" quattro croci poste a protezione della città retratta romana da sant'Ambrogio o san Petronio e oggi conservate nella basilica petroniana. È però soprattutto a partire dalla nascita del Comune (1116) e con l'espansione urbanistica della città del XII e XIII secolo che si venne a sviluppare tale fenomeno. Talvolta le croci venivano protette da piccole cappelle e corredate di reliquie, di altari per la preghiera, e di tutto il necessario per la celebrazione della messa. Segno distintivo e identificativo per la città le croci segnarono lo spazio urbano fino al 1796, quando l’arrivo delle truppe napoleoniche e l’instaurazione della nuova Repubbilica, trasformarono la città e suoi simboli.



La croce ritrovata di Santa Maria Maggiore è di notevole interesse sia perché rientra tra i molti esemplari andati dispersi, sia perchè è possibile datarla grazie all’iscrizione 1143, presente nel braccio destro. L’opera si viene così a collocare tra i più antichi modelli a noi pervenuti, come quella di poco successiva degli Apostoli ed Evangelisti, detta anche di piazza di Porta Ravegnana, la quale risale al 1159. Scolpita su entrambe le facce, la croce ritrovata presenta sul recto la figura del Cristo dal modellato assai contenuto, caratterizzato da incisivi grafismi che rilevano le fisionomie del volto e il gioco delle pieghe del panneggio. Sul verso invece la scultura è impreziosita da sinuosi ed eleganti tralci d’acanto, intervallati da fiori e da elementi vitinei posti a cornice della mano di Dio benedicente, ormai non più leggibile. Tali motivi decorativi richiamano modelli antichi o tardoantichi, reinterpretati con una verve esecutiva che trova un suo riscontro in certi repertori decorativi della coeva miniatura come dimostrano i codici miniati dell'XI e XII secolo, esposti in mostra accanto a tavolette d'avorio e preziose opere di oreficeria esempi della cultura artistica diffusa nella città felsinea.