Bonifacio VIII (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
La grande statua che campeggia in sala 7 raffigura uno dei più famosi pontefici del Medioevo, Bonifacio VIII, l'instancabile sostenitore della teocrazia papale, cioè della sovranità assoluta del papa sui regnanti d'Europa.
Benedetto Caetani, questo era il suo nome, nacque ad Anagni da una potente famiglia aristocratica romana intorno al 1230 e, compiuti gli studi di diritto probabilmente a Bologna, intraprese la carriera ecclesiastica che si concluse con la salita al soglio pontificio nel 1294 fino alla morte nel 1303. Come pontefice è ricordato anche per avere indetto il primo Giubileo (1300) e per essere ritenuto da Dante il vero responsabile del suo esilio e della sua rovina (1302).
La statua fu commissionata dal Consiglio del Popolo del Comune di Bologna nell'anno 1300 per ringraziare il pontefice del lodo, cioè del parere, ch'egli aveva espresso al termine dello scontro militare tra Bologna e Modena estense, a proposito della definizione del confine territoriale tra le due città lungo il fiume Panaro. In quell'occasione il papa assegnò ai Bolognesi i castelli di Bazzano e di Savignano sul Panaro e per questo all'orafo Manno di Bandino, originario di Siena, venne richiesto di eseguire un ciclo di statue per celebrare il papa e il guelfismo.
Ma di quel ciclo fu realizzata soltanto la statua di Bonifacio VIII.
Perché tutti la vedessero apertamente, la maestosa effige papale fu innalzata in Piazza Maggiore e appoggiata sulla facciata del Palazzo della Biada, che oggi è il palazzo comunale, press'a poco tra le finestre, sotto la torre che in seguito ospiterà l'orologio.
In quella posizione la statua è rimasta dal 1301 fino al 1796, cioè fino a quando i soldati di Napoleone, che portavano le idee della Rivoluzione francese contraria ai nobili e alla Chiesa, non la tirarono giù. Da allora essa entrò a fare parte stabilmente dei musei della città.
Come si può vedere la statua è di legno ricoperto di rame dorato per cui un tempo figurava tutta d'oro. Le parti che ora appaiono annerite sono dovute all'ossidazione del metallo e inoltre sono andati perduti alcuni pezzi tra cui i piedi e le due corone della tiara.
Da notare che il pontefice, benedicente, appare raffigurato in un aspetto giovanile, senza barba e senza rughe d'anzianità, e questo induce la nostra interpretazione a cogliere la volontà di presentare il papa non in un ritratto, ma come simbolo dell'eternità della Chiesa.
Non è escluso che questa fosse una volontà dello stesso Bonifacio VIII, dato che l'aspetto giovanile compare anche in altre sue raffigurazioni, come quelle che realizzò lo scultore Arnolfo di Cambio, ora conservate al Museo del Duomo di Firenze e nelle Grotte Vaticane.
Va ricordato infine che in quel periodo il Comune di Bologna era una potenza padana a direzione antisignorile e uno dei principali capisaldi del guelfismo italiano. Eppure la lotta di fazione interna finì per provocare fratture insanabili nella sua società e indebolì la politica comunale fino alla capitolazione dell'autonomia. Infatti nel 1327 la città, che era di diritto papale, venne occupata dalle truppe del cardinale legato francese Bertrand du Pouget, che restituì il potente comune di Bologna a Santa Romana Chiesa.