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Nelle sale del Museo Civico Medievale sarà ospitata, nell’ambito delle iniziative culturali rivolte alla città, la mostra dello scultore Bruno Raspanti Confronti curata da Graziano Campanini. Le opere verranno collocate nei prestigiosi ambienti del Palazzo Ghisilardi per mettere a colloquio l’espressione più avanzata dell’arte contemporanea con i capolavori che fanno parte della raccolta del museo. Nel 1974 alla Galleria De Foscherari di Bologna Bruno Raspanti espose per la prima volta una serie di tavoli in marmo con ciotole di minestra in ceramica. La mostra suscitò un notevole interesse intorno alla sua figura e alle provocazioni che andava proponendo. Provocazioni che sono continuate nel corso degli anni in molte mostre significative in Italia e all’estero sino all’esposizione di una selezione antologica di sue opere nell’Oratorio del Museo della Sanità e dell’Assistenza presso il celebre complesso monumentale di Santa Maria della Vita nel 2011. E’ stato lì, nel vedere le sue opere inserite quasi a colloquio con un apparato decorativo ed artistico che risale al ‘500, culminante nello straordinario Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, che è nata l’idea di riproporre in modo ancora più perentorio un confronto non solo tra antico e moderno ma tra così diverse concezioni dell’arte e della rappresentazione: è dunque il Museo Civico Medievale il teatro di questo confronto che può apparire spiazzante ma al tempo stesso mette in luce un filo assai resistente che collega i diversi momenti della storia dell’arte, divertendosi a unire la contemporaneità con la storia. Nel suo studio-officina Bruno Raspanti, alle prese con materiali di ogni genere (bronzo, terracotta, pezzi di legno, tegole, vetro, sedie, plastica ecc.) dà vita a visioni stupefacenti che si propongono non come copia del mondo ma come uso del mondo. Un uso derisorio e impossibile: nascono così i baccelli, i carrioli, le zolle, ma anche i teatrini, tutti parte di una rappresentazione ironica e teneramente inattuale, in cui lo spazio, le proporzioni e le prospettive si mischiano e si confondono. Oggetti fragili e precari la cui esibita vocazione artistica viene messa in causa e contraddetta dallo stesso autore che pure, dando vita a questo confronto così improbabile, riafferma e sancisce quella continuità nella differenza in cui ogni artista ama collocarsi. La carica spettacolare e scenografica delle opere di Bruno Raspanti avrà modo di risaltare ancora di più nelle sale austere e cariche di storia del museo.