Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio, 12 dicembre 2014 - 12 aprile 2015

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'Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Medievale, in collaborazione con la Basilica di San Petronio, dedica ad uno dei maggiori protagonisti della pittura tardogotica in Italia, Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto come Giovanni da Modena (circa 1375-1456), la mostra “Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio”, curata da Daniele Benati e Massimo Medica.

L'esposizione, prima monografica dedicata a questo artista, modenese di nascita, ma bolognese di adozione, si pone a ideale chiusura del percorso sulla pittura bolognese del Tre-Quattrocento iniziato dal Museo Civico Medievale con le mostre dedicate a Vitale da Bologna, a Simone dei Crocifissi e a Jacopo di Paolo.

La mostra è articolata in due sedi, il Museo Civico Medievale e la Basilica di San Petronio, ciascuna accessibile con proprio biglietto.

L'esposizione presso il Museo Civico Medievale mette a confronto oltre venti opere del pittore provenienti da musei e collezioni private - dipinti su tavola come “San Giacomo”, “San Pietro”, “San Francesco”, “San Nicola da Tolentino” (Bologna, Compagnia dei Lombardi), “Madonna col Bambino” (Modena, Museo Civico d'Arte) e “Madonna col Bambino” (Ferrara, Pinacoteca Nazionale), affreschi come la “Madonna col Bambino e due angeli” (Carpi, chiesa di San Francesco), “La Vergine con il Bambino” (Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi) e miniature - tentando di ricostruirne il lungo periodo di attività, avviato all'inizio del XV secolo, come rivelano le due miniature all'interno degli “Statuti della Società dei Drappieri” (1407, Bologna, Museo Civico Medievale), quando la sua presenza risulta già documentata a Bologna, dove rimane fino agli anni Cinquanta del Quattrocento, come testimonia la tempera con “San Bernardino da Siena e storie della sua vita” (1451, Bologna, Pinacoteca Nazionale).

L'attività di Giovanni è indagata inoltre nel dialogo fecondo con le novità emergenti all'interno del cantiere di San Petronio, dove l'opera di scultori forestieri (Alberto da Campione, Jacopo della Quercia) va esplorando sistemi di rappresentazione di spazio e forma alternativi rispetto alla proposta fiorentina della scienza prospettica.

Nella Basilica di San Petronio sarà possibile visitare - seguendo un percorso appositamente predisposto - le Cappelle Bolognini, dei Dieci di Balia, di Santa Brigida, della Società dei Notai e della Pace, i cui affreschi sono stati per l'occasione valorizzati attraverso un nuovo sistema di illuminazione.

Gli affreschi della Cappella della Pace in particolare, opera di Giovanni da Modena, Francesco Lola ed anonimi bolognesi degli inizi del XV secolo, sono stati resi nuovamente visibili, dopo molti anni di oblio, grazie allo spostamento degli stalli.

Capolavoro assoluto della pittura tardogotica bolognese è la ben nota Cappella Bolognini (1411-12 ca.), opera di Giovanni da Modena, con “Il Giudizio universale”, “Storie dei Magi” e “Storie di San Petronio”. Si segnalano inoltre i grandi affreschi di significato allegorico nella Cappella dei Dieci di Balia (1420).

Già da queste sue prime apparizioni, il carattere cifrato e irrealistico delle figurazioni del pittore evoca gli episodi più sontuosi della cultura figurativa “internazionale” ed evidente è altresì la sua fedeltà alla tradizione bolognese di Vitale; se la sua immaginazione si accende di invenzioni fantasiose, pure è capace di improvvisi affondi naturalistici; se il lusso sfrenato degli episodi da lui narrati rinviano a una dimensione aristocratica, il tono del suo racconto, sempre umanamente partecipe, ne rivela altresì la radice fieramente popolare; se le sue composizioni accedono sovente a dimensioni assurdamente smisurate, la maestosa ricerca spaziale entro cui si collocano le sue figure anticipa il rinascimento colorato e prospettico di Paolo Uccello.

Per quasi quattro decenni, la figura di Giovanni da Modena domina il panorama della cultura artistica bolognese, contribuendo ad aggiornarla agli esiti del gotico internazionale, di cui seppe offrire una variante fortemente personalizzata che, per i suoi accenti di forte ed immediata espressività, si ricollega alla precedente tradizione locale. È quanto evidenziano le prime opere bolognesi, per lo più connesse all'importante cantiere di San Petronio, in grado di sollecitare nuove presenze in città di artisti forestieri, attirati anche dalla permanenza della corte del nuovo pontefice, eletto nel 1410.

Si tratta dell'antipapa Giovanni XXIII, al secolo Baldassarre Cossa, il quale fu Legato della città dal 1403. Un fatto che dovette certamente influire sulle vicende dell'arte locale, favorendo l'emergere di un'illustre committenza, desiderosa di possedere sontuosi codici miniati, un genere a cui lo stesso Giovanni da Modena si dedicò durante la propria carriera, come dimostrano alcuni esempi esposti in mostra.