Gli avori

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Gli avori medievali, rinascimentali e barocchi

La splendida collezione di avori, esposta in due sale, costituisce una significativa testimonianza dell'evoluzione di quest'arte, che più di ogni altra tra le cosiddette "arti minori" seppe porsi in rapporto con le "arti maggiori". A seconda delle epoche infatti si possono riscontrare contatti di essa con la pittura su tavola, la miniatura, la decorazione architettonica, la scultura monumentale e anche con la produzione in materiali diversi come legno e metalli.

Nella sala 6 del piano terra si possono ammirare esemplari dei secoli X-XIII provenienti dalle collezioni Cospi e Palagi. Si tratta di oggetti in parte di manifattura bizantina e in parte di manifattura italiana.

Tra quelli bizantini spiccano la Cassetta "a rosette" che era un contenitore di gioielli, la Tavoletta con sei santi a mezzobusto entro medaglioni, cioè Basilio, Giovanni Crisostomo, Nicola, Gregorio di Nazianzo il “Teologo”, Cosma e Damiano e le Valve di dittico con i santi Andrea, Nicola e Giovanni Battista.

Tra quelli italiani si distinguono le tavolette con La lavanda dei Piedi e L'orazione nell'Orto degli Ulivi che forse erano parte di un cofanetto e la Tavoletta con scene della fuga in Egitto, su cui permangono alcune incertezze riguardo al luogo di produzione. 

Nella sala 21 al primo piano sono esposti avori basso medievali e moderni che completano il percorso riguardo a questa collezione. 

La prima vetrina espone esemplari di produzione francese e italiana di carattere sacro e di destinazione profana tra Gotico e Rinascimento. Qui spiccano il Dittico con Vergine gloriosa e Crocifisso tra dolenti, il pettine con Scene della storia di Edoardo II d’Inghilterra e le valve di specchio tra cui quella con Galvano sul letto magico. Ampio spazio è dedicato alla produzione fra Trecento e Quattrocento, prevalentemente rappresentata dalla famosa bottega degli Embriachi attiva prima a Firenze, poi a Venezia. 

La seconda vetrina è dedicata al Cinquecento e al Seicento e presenta sculture che richiamano quelle monumentali di Algardi e Bernini in particolare tra classico e barocco. Si trovano qui anche oggetti d’uso e esemplari propri del collezionismo delle Wunderkammern (raccolte di “meraviglie”).

Non mancano infine interessanti esempi di produzione eburnea africana e asiatica ispirati all’arte europea, come i gruppi col Buon Pastore fabbricati a Goa.