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Curata da Marzia Faietti e Massimo Medica, promossa nell'ambito delle Celebrazioni petroniane da Musei Civici d'Arte Antica-Assessorato e Settore Cultura del Comune di Bologna, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Bologna, Basilica di San Petronio con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e la collaborazione tecnica di Borghi International, Epoca Insurance, Honeywell Dating, Agenzia Viaggi I Portici- Divisione gruppi arte&cultura.
Sull'onda del crescente interesse rivolto alle espressioni dell'arte europea La mostra presenta ventiquattro progetti per il completamento della facciata della basilica di San Petronio in Bologna elaborati tra il XVI e il XVIII secolo da artisti di grande fama, di proprietà del Museo di San Petronio e recentemente restaurati dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Bologna. Le complesse vicende della Basilica di San Petronio attraversano sei secoli di storia non solo locale. Fondata nel 1390 dal Comune guelfo per celebrare la libertà comunale, come tempio civico dedicato al culto del patrono, la basilica divenne lo scenario, specie nei secoli in cui Bologna emerse come la seconda città per importanza dello Stato pontificio, di eventi storici come l'incoronazione dell'imperatore Carlo V nel 1530. L'edificio, rimasto incompiuto, è stato oggetto di ripetute proposte di completamento. Il cantiere, protrattosi per diversi secoli, venne infatti condizionato dalle difficoltà economiche e dai contrasti sullo stile da conferire all'edificio sorti all'interno della Fabbriceria, l'organo preposto alla gestione dei lavori, spesso influenzato anche dalle diverse ambizioni del governo cittadino e del potere pontificio. Contraddizioni che ostacolarono soprattutto il completamento della facciata, che doveva costituire il segno indelebile della presenza dell'edificio sulla piazza Maggiore, dove si affacciavano i palazzi rappresentativi dei poteri cittadini, laici e religiosi. Il progetto originario di Antonio di Vincenzo, che prevedeva un fronte a fasce bianche e rosse, era stato infatti realizzato solo parzialmente nell'attuale parte inferiore, poi arricchita nel portale centrale dagli splendidi rilievi biblici (1425) di Jacopo della Quercia. Ed anche la successiva ripresa dei lavori, avviata secondo il progetto (1514) dell'architetto Arduino Arriguzzi-teso a fare di S.Petronio la maggiore basilica del mondo, più grande addirittura della romana S. Pietro-venne bloccata da papa Pio V con la realizzazione dell'edificio dell'Archiginnasio lungo il fianco occidentale della chiesa. La sfida di portare a compimento la grande fabbrica bolognese venne in seguito raccolta a più riprese da una nutrita schiera di grandi artisti, non solo bolognesi-tra i quali Domenico Aimo, Alberto Alberti, Giacomo Barozzi detto il Vignola, Egidio Maria Bordoni, Andrea da Formigine, Cristoforo Lombardo, Francesco Morandi detto il Terribilia, Andrea Palladio, Baldassarre Peruzzi, Ercole Procaccini, Girolamo Rainaldi, Giacomo Ranuzzi, Giulio Romano, Mauro Antonio Tesi, Domenico Tibaldi- che elaborarono i progetti oggi in mostra, senza peraltro vederli mai realizzati. Ed anche le proposte di completamento avanzate nel corso dell'Otto e Novecento (che esulano dall'ambito di questa esposizione) non giunsero a compimento, confermando il carattere di cantiere senza fine della "basilica incompiuta".
In mostra verranno presentati, accanto ad una selezione dei disegni-dalle proposte tardogotiche a quelle tardobarocche-- che grazie al restauro sono oggi restituiti alla piena leggibilità ed al confronto, anche il modello in legno del progetto di Arduino Arriguzzi, insieme a ritratti dei grandi committenti, dipinti, medaglie e documenti sul celebre edificio. L'esposizione è curata da Marzia Faietti e Massimo Medica, con l'apporto di un ampio comitato scientifico comprendente Jadranka Bentini, Sergio Bettini, Howard Burns, Marzia Faietti, Mario Fanti, Deanna Lenzi, Massimo Medica, Maurizio Ricci, Eugenio Riccòmini, Augusto Roca de Amicis, Richard J. Tuttle, Elisabetta Vasumi Roveri,Vitale Zanchettin.