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La mostra La cattedrale scolpita. Il romanico in San Pietro a Bologna si presenta come uno degli avvenimenti culturali più interessanti del panorama espositivo bolognese della prossima stagione. Lo spunto da cui ha tratto origine deriva da un evento inatteso verificatosi nel corso della lunga attività di restauri condotti a partire dal 1999 sotto la supervisione dell’architetto Roberto Terra, all’interno della torre campanaria della cattedrale di San Pietro.
Durante questi restauri, capovolgendo alcune lastre di pavimentazione di una cella campanaria, nella parte sottostante ad esse sono emersi preziosi bassorilievi. L’ipotesi avanzata è che si tratti di manufatti lapidei ornati, quattordici in tutto, che costituivano un tempo l’arredo della cattedrale romanica di San Pietro, utilizzati in un secondo momento come materiali di reimpiego in una delle fasi di ricostruzione della “fabbrica”. Tali frammenti, secondo gli studi in corso, dovrebbero appartenere a due gruppi omogenei, il primo riferibile al periodo che precedette l’incendio del 1141 che distrusse quasi completamente la Cattedrale, l’altro risalente ad un momento immediatamente successivo, quando cioè i lavori di ricostruzione si erano avviati e la Cattedrale stava risorgendo sotto una nuova veste, finemente arricchita da preziosi arredi e decorazioni scultoree, per divenire, prima di essere riconsacrata da Papa Lucio III nel 1184, l’edificio di culto più grande della città.
Secondo le ipotesi avanzate dagli studiosi proprio il secondo gruppo dei manufatti lapidei ritrovati potrebbe ricondursi in particolare alla decorazione dei portali della nuova Cattedrale.
L’esposizione di questi straordinari inediti, accuratamente restaurati nei laboratori del Museo Civico Medievale, offrirà quindi, sia al pubblico che agli studiosi, l’occasione di approfondire la conoscenza di una fase ancora poco nota del romanico a Bologna, e consentirà inoltre di ripercorrere, attraverso sculture in pietra e in legno, codici miniati, documenti e disegni, la cultura artistica delle officine operanti in città fra l’XI e il XII secolo. Sarà così possibile riscoprire l’intensa vitalità artistica fiorita parallelamente al fervere dei lavori all’interno del cantiere di San Pietro, ammirando, accanto agli antichi frammenti lapidei della Cattedrale, alcune preziose testimonianze della miniatura dell’ XI e XII secolo, ad iniziare dal Codice Angelica 123 della Biblioteca Angelica di Roma, magnifico codice liturgico musicale, espressione del livello culturale raggiunto dal Capitolo della Cattedrale di Bologna in quel tempo, per giungere fino al rinomato Decretum Gratiani (ms. XXV.118) di Vercelli. Ma la mostra è stata concepita da Massimo Medica, che ne è il curatore, come una rassegna assai più ampia, volta a rievocare anche le affascinanti vicende del romanico in Emilia, come documentano i due Dolenti facenti parti del gruppo della Crocifissione lignea in San Pietro, la Croce di Porta Ravegnana (1159) e il Telamone del Museo del Duomo di Ferrara. Un ulteriore apporto agli studi sottesi al progetto si devono a Mario Fanti, Roberto Terra, Rosalba D’ Amico, Franco Bergonzoni, Silvia Battistini e Giuseppa Zanichelli, Mons. Rino Magnani, che compongono insieme al curatore, il comitato scientifico della mostra.