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La forza del colore di Jean François Migno, la mostra a cura di Graziano Campanini e Riccardo Betti è ospitata al Museo Civico Medievale.
Le grandi tele di Jean François Migno ci permettono di sfogliare e leggere le pagine private del diario della sua vita. Si tratta di un linguaggio intimo, fatto di colori e di materia, caratterizzato dall’impulso e dall’emotività che è connesso, il più delle volte, alla sfera più profonda dell’Io.
Non ci sono cavalletti all’interno del suo atelier a Parigi, da cui si scorge perfettamente il Centre Georges Pompidou. La sua è una vera e propria “corrida” attorno al dipinto: talvolta a muro, talvolta a terra.
«Avanzo… giro… ripeto. Esito… rifletto». Come fossero i passi di una danza Jean François si muove attorno allo strato sensibile della tela, sua unica spettatrice e testimone di ciò che sta accadendo.
Lo spazio bianco, puro, entra in contatto con concentrazioni e convergenze di macchie di colore che lasciano respiro, alla superfice, solo nella parte più alta e più bassa della tela (serie Passages). Un congestionamento dello spazio, della materia e del colore che avvicina questa serie pittorica ai grandi car crash dello scultore americano John Chmberlain. Ancora una volta quindi la pittura di Migno, prova a fuoriuscire dal supporto tentando di scardinare la “normale” fruizione dell’opera in favore di una cre
Migno opera su grandi formati, egli stesso confessa: «Il rapporto fisico con formati piuttosto grandi, induce un considerevole impegno carnale tanto quanto emotivo ed intellettuale».
Alcuni importanti lavori, come ad esempio Grand rouge, sprigionano una sensuale fisicità del colore dando vita a una sorta di “spiritualità” dell’opera. Si parla di spiritualità non a caso, proprio perché alcune delle opere di Jean François hanno forti richiami alle esperienze del gruppo Gutai. Lo scopo di questo movimento d’avanguardia, nato in Giappone agli inizi degli anni Cinquanta, era quello di «[…] concretizzare la spiritualità della materia». È quello che avviene sulla tela di Migno: una superficie materica ricca di grumi, acrilici e ritagli di carta, origina un’intensa danza del colore.