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I Musei Civici d’Arte Antica organizzano un’importante esposizione, curata da Massimo Medica, dedicata ai dipinti devozionali di Vitale di Aymo da Bologna (notizie dal 1330 al 1359), appartenente alla famiglia “degli Equi” o “Cavalli”, uno dei più celebri pittori del Trecento italiano, a lungo conosciuto con l’appellativo di “Vitale delle Madonne”.
In questa occasione, il visitatore ha per la prima volta la possibilità di ammirare, riunito quasi per intero, il corpus delle piccole tavole di soggetto mariano eseguite dal pittore. Il tema iconografico che più spesso ricorre in questa produzione di piccole dimensioni è infatti quello della Madonna col Bambino, affiancata eventualmente da santi, come attestano alcune delle tavolette, dipinte da Vitale e dalla sua bottega, presenti in mostra.
Si tratta di opere in cui l’artista interpreta il colloquio fra la Vergine e il Bambino secondo una confidente quotidianità affettiva. Il dialogo fra Madre e Figlio si esprime attraverso un reciproco scambio di attenzioni e tenerezze, che vuole riprodurre l’intimità esclusiva degli spazi privati e familiari; viene rappresentata cioè un’affettività dai toni raccolti, atta ad alimentare i sentimenti del fedele e ad accompagnarlo in percorsi di preghiera solitari, propri della devozione privata o consoni a celle monacali. L’immagine elaborata dal pittore riesce così ad unire la più coltivata raffinatezza al tepore di una maternità domestica e laboriosa.
Ne è straordinario esempio la tavola conservata oggi presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano, che sicuramente spicca per qualità e conservazione. Con la sua presenza a Bologna, il dipinto milanese testimonia anche l’avvio di un rapporto di collaborazione tra Istituzioni che proseguirà con l’esposizione di opere del Museo Civico Medievale presso la sede del Poldi Pezzoli. La mostra offre poi al pubblico l’occasione di conoscere gli esiti più aggiornati degli studi su Vitale, come l’esatta iconografia della tavola del Poldi, che è stata solo di recente riconosciuta, avendo individuato nei gesti del Bambino, che impugna un rocchetto da ricamo posto su un tavolo da lavoro, e in quello della Vergine, che tiene, aiutata dal Figlio, l’ago, uno dei momenti salienti del tema della Madonna operosa, che già in precedenza Vitale aveva elaborato nell’affresco della Madonna del ricamo, ora della Collezione d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Immagine, quest’ultima, “pro anima”, di una tipologia cioè che aveva trovato ampia diffusione all’interno delle chiese degli ordini mendicanti e, naturalmente, anche in quelle bolognesi.
Costituisce una novità inoltre la piccola tavoletta votiva raffigurante la Madonna col Bambino, oggi nella chiesa del Corpus Domini di Forlì, che in tempi recenti è stata oggetto di un radicale restauro e che non è mai stata esposta in pubblico: era appartenuta al Beato Marcolino da Forlì (1317-1397), domenicano, che sappiamo visse la propria lunga esistenza nel raccoglimento conventuale e nell’osservanza regolare, passando le giornate e le notti in preghiera nella sua cella, proprio dinanzi a questo prezioso dipinto.
Ad una committenza di alto rango fa riferimento un’altra tavoletta in mostra, oggi conservata al Museo Civico di Viterbo, che presenta a fianco della Vergine la figura orante di un cardinale, nel quale si è voluto identificare, il francescano Pastor de Sarats l’Ancien, creato cardinale nel 1350.Anche se non inedito, raro è infine per il pubblico il privilegio di poter ammirare a fianco della Madonna dei Denti oggi al Museo Davia Bargellini, i due pannelli delle Collezioni Comunali d’Arte raffiguranti i santi, già ritenuti laterali della tavola del Davia Bargellini, ma probabilmente parte di un diverso complesso forse eseguito in occassione del giubileo indetto nel 1350 da papa Clemente VI.