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Il Museo Civico Medievale di Bologna propone una rivisitazione dello scultore bolognese Alessandro Menganti, "il Michelangelo incognito" come ebbe a definirlo Agostino Carracci, che gli era stato allievo. L'idea della mostra nasce in occasione del restauro - dovuto a Giovanni Morigi - del busto in bronzo di Gregorio XIII (oggi conservato presso lo stesso museo), realizzato dall'artista nel 1576 per celebrare il previsto soggiorno bolognese di papa Boncompagni. Una serie di spettacolari calchi realizzati in occasione del restauro (1988-1990) dell'opera più nota di Menganti, la monumentale statua a tutta figura dello stesso Gregorio XIII per la facciata del Palazzo Comunale, affiancheranno il busto, consentendo di istituire un confronto ravvicinato fra le due diverse immagini del pontefice realizzate dallo stesso artista.
L'esposizione offrirà inoltre l'occasione per prendere in esame, più complessivamente, la personalità notevole, eppure ancor poco conosciuta, dello scultore nel contesto della situazione artistica felsinea degli ultimi decenni del Cinquecento, sollecitata anche dalla presenza del Giambologna.
La mostra si aprirà proprio con il bozzetto di quest'ultimo per la fontana del Nettuno, cui si affiancheranno alcune opere tradizionalmente attribuite al Menganti: le due statue in terracotta raffiguranti Sant'Apollonia e la Maddalena conservate presso la chiesa di San Giovanni in Monte e il disegno del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi posto dalla critica in relazione con la statua del Palazzo Pubblico. Anche l'importante attività di medaglista dello scultore sarà testimoniata grazie ad una scelta di medaglie e di monete da lui realizzate a partire dal 1573 come coniatore della Zecca bolognese. Non meno significativa sarà quindi una selezione di sculture (opere di Lazzaro Casario) e di dipinti con la funzione di evocare, per sommi capi, il contesto figurativo nel quale l'artista si trovò ad operare da protagonista a fianco di pittori come Orazio Samacchini e Bartolomeo Passerotti.