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A cura di Massimo Medica e Stefania Roncroffi.
La mostra è l’occasione per esporre una selezione di importanti libri liturgici, riccamente miniati, che fanno parte della raccolta degli oltre 130 codici miniati conservati presso il Museo Civico Medievale.
Si tratta di documenti assai significativi per meglio comprendere gli usi e le consuetudini liturgiche e musicali di comunità monastiche femminili tra la fine del XIII e gli inizi del XVI secolo.
Le indagini sul canto gregoriano, oggi sempre più numerose e approfondite, riguardano prevalentemente comunità monastiche maschili: infatti per parecchio tempo si è creduto che tale tipo di canto fosse praticato esclusivamente da uomini.
Ricerche più recenti, basate su fonti primarie, quali regole conventuali e manoscritti musicali, hanno dimostrato come nei conventi femminili la pratica musicale fosse un evento non occasionale, ma consuetudine giornaliera e centrale nella vita delle varie comunità. Anzi il monacarsi offriva alle ragazze l’opportunità di studiare musica, cantare e comporre, cosa che era pressoché negata alle donne secolari. A Bologna tra il 1250 e il 1288 si contano 36 comunità religiose femminili di cui numerose dell'ordine domenicano. San Domenico, morto a Bologna nel 1221, aveva espresso il desiderio di edificare in città un convento per le suore, progetto poi realizzato nel 1223 con l'istituzione del convento di Sant’Agnese. Seconda in Italia e quarta in Europa, la comunità di Sant'Agnese fu modello per la nascita di nuovi conventi, tra cui spicca per le sue vicende storico-religiose quello di Santa Maria Maddalena di Val di Pietra, noto per il miracolo eucaristico della beata Imelda Lambertini.
Testimonianze dell'attività liturgica e musicale delle comunità di Sant'Agnese e Santa Maria Maddalena di Val di Pietra sono una quindicina di preziosi codici di canto piano che, sfidando le traversie politiche e l’incuria di secoli, sono giunti fino a noi.
Si tratta di manoscritti di largo formato, prodotti tra la fine del XIII e gli inizi del XVI secolo, riccamente decorati con preziose miniature, espressione della committenza illustri famiglie bolognesi (Isolani, Bargellini, Caccianemici). Un’indagine approfondita sul loro contenuto ha permesso di individuare - all'interno di una generale uniformità in linea con le prescrizioni dall'ordine - una produzione propria di sequenze e uffici dedicati a particolari santi, soprattutto alle due patrone Agnese e Maddalena: sono pezzi inediti cantati solo a Bologna dalle suore delle due comunità in occasioni di festività particolari.