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La mostra è stata organizzata dall'Associazione Italiana per la spada giapponese- Itaria Nihon Token Kyokai- Intk e Musei Civici d'Arte Antica di Bologna nel quadro del progetto Fikta 2000 promosso dalla Fikta Federazione Italiana Karatè Tradizionale e.d.a. nell'ambito delle manifestazioni per Bologna Città Europea della Cultura nel 2000 con la collaborazione di Comune di Bologna, Provincia di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Università degli Studi di Bologna e con il patrocinio dell'Istituto Giapponese di Cultura-The Japan Foundation e del Consolato Generale del Giappone con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e di Canon Italia.
La mostra presenta una serie di splendidi oggetti legati all’arte della spada giapponese, tra i quali 60 spade, 100 fornimenti (tra i quali tsuba, koshirae, kozuka), quattro armature ed elmi, una ventina tra stampe e kakemono in tema, provenienti da collezioni private e dalle raccolte del Museo Medievale e del Museo del Risorgimento di Bologna.
Da più di mille anni, la spada giapponese rappresenta uno dei massimi risultati artistici e tecnologici della lavorazione manuale dell'acciaio.
La sua valenza artistica (inscindibile per altro da quella di efficacissima lama) fece sì che solo le classi più abbienti, dai bushi e samurai ai più ricchi mercanti, potessero esserne i committenti (persino l'imperatore Gotoba, nel XII sec., volle, con successo, cimentarsi in questa arte raffinata), anche se parallelamente emerse una produzione di massa specialmente nei periodi più turbolenti di guerre, ove la qualità passava necessariamente in secondo piano. Le diverse tecniche di guerra e di duello nel corso dei secoli influenzarono forma, dimensioni e misure delle lame giapponesi.
Ogni spada è irripetibile nella sua unicità, per quanto modesta o aulica ne sia stata la concezione, sì da poterne individuare l'epoca, la scuola, l'autore, con un attento esame delle sole caratteristiche esteriori: la firma dell'artista, bulinata sul codolo della lama, spesso è assente in quanto l'opera d'arte è chiara è sufficiente firma a se stessa.