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Il Museo possiede un numero rilevante di disegni che Morandi realizza a partire dal 1907 fino ad arrivare al 1964, anno della sua morte. Questo corpus di opere comprende una serie quasi inattesa di ritratti e perfino di particolari anatomici: un paio di mani ed un paio di gambe ad esempio, ma anche una figura di schiena. Sono studi che Morandi realizza tra il 1907 e il 1910, ovvero quando, studente, frequenta i corsi all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Sono fogli (alcuni di carta da spolvero) di grande interesse per la qualità del segno e la singolarità del taglio, tanto che nel giugno 1910, dopo un anno di Corso Preparatorio e due di Corso Comune, lo studente Morandi viene promosso con dieci in figura dal rilievo.
Per i successivi due anni è egli stesso a scegliere di frequentare il Corso Speciale di Figura (scelta del tutto insolita alla luce della ricerca che poi Morandi portò avanti).
Nella collezione del museo sono presenti alcuni ritratti a matita realizzati tra gli inizi degli anni Dieci e la fine degli anni Venti, due disegni ad inchiostro su carta, schizzi realizzati nel 1915 a distanza di un mese o poco più e un raro esempio di composizione che si può definire a pieno titolo "futurista". Morandi in realtà, non appartenne mai al movimento marinettiano, pur ascoltandone, come dichiara egli stesso: "con entusiasmo e interesse il verbo demolitore", ma la sua fu un'adesione mista a diffidenza, basata sulla curiosità che soddisfò, visitando, e a volte partecipando personalmente alle mostre organizzate dai protagonisti del futurismo con cui entrò in contatto tramite l'amico Francesco Balilla Pratella.
Altrettanto degni di nota sono i tre rari e preziosi fogli tracciati a inchiostro cronologicamente successivi al biennio (1918-19) in cui Morandi si avvicina alla Metafisica, ma che possono a pieno titolo appartenere a quel gusto.
Da non perdere
Questo disegno giovanile rappresenta una rarità, sia per quanto concerne l’anno d’esecuzione sia per il soggetto. Si tratta di un ritratto caratterizzato da lineamenti essenziali, da uno sguardo fisso, per non dire assente, nonché da un’accentuata plasticità che si materializza attraverso un segno nitido che definisce appieno il volume del viso. Nell’ovale del volto e nella sua accentuata plasticità appare evidente a quali esemplari storici si rivolgesse l’attenzione del giovane pittore: alle figure geometricamente plastiche di Giotto, di Masaccio, di Paolo Uccello e soprattutto di Piero della Francesca, maestri che Morandi studiava sui libri e che aveva avuto occasione di vedere dal vero nel suo recente viaggio a Firenze del 1910. Non è da escludere che questo disegno possa essere il bozzetto preparatorio al dipinto dello stesso anno in cui Morandi ritrasse la sorella Dina e che appartiene alla collezione di questo museo.TESTA DI DONNA, 1912 (T.P. 1912/1) matita su carta
PER SAPERNE DI PIÚ :: Nel giugno del 1912 Morandi, studente all’Accademia di Belle Arti di questa città avrebbe dovuto ottenere la licenza, ma preferì frequentare il terzo anno facoltativo in aggiunta ai due del Corso Speciale. S’iscriverà nell’ottobre di quell’anno, diplomandosi nel 1913 con 8 in Figura, 6 in Anatomia, 6 in Storia dell’Arte.
PERSONAGGI E AVVENIMENTI::Il foglio fa parte del gruppo di 26 disegni che l’ultima sorella dell’artista, Maria Teresa, lasciò al Comune di Bologna alla sua morte nel 1994 insieme a 2 dipinti, 7 acquerelli ed alcune opere della raccolta personale d’arte antica e moderna di Morandi. La storia collezionistica dell’opera ci rivela che il ritratto originariamente appartenne a Carlo Carrà e successivamente al figlio Massimo per poi tornare di proprietà della famiglia Morandi.