a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis con la collaborazione di Maria Calì e Simone Facchinetti
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Rovereto, Mart
5 ottobre 2013 - 12 gennaio 2014
All'interno di un museo del moderno e contemporaneo si apre una rara mostra di arte antica che ricostruisce la griglia complessa dei riferimenti culturali di Antonello da Messina, un pittore che, a metà del Quattrocento, si fa interprete di un fermento creativo mediterraneo ed europeo incentrato sull'incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana. Fondamentali in questo senso gli ampi confronti che coinvolgono altri protagonisti della scena artistica di quel periodo, da Colantonio a Van Eyck, fino a figure meno conosciute, ma insigni come Antonio da Fabriano e il Maestro di San Giovanni da Capestrano, identificato con Giovanni di Bartolomeo dall'Aquila, attivo a Napoli dal 1449. Il percorso riesamina anche l'importanza della lezione prospettico-luminosa di Piero della Francesca lungo l'intero arco della vita di Antonello nonchè il rapporto dell'artista messinese con le parallele ricerche spaziali condotte dal giovane Bramante nella Milano sforzesca.
Per l'occasione il Museo Morandi concede in prestito la tavola Beatus Johannes del Colantonio (metà del XV sec.) appartenuta all'artista bolognese e tuttora conservata nella sua casa in via Fondazza.