a cura di Lorenza Selleri
(Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
12 ottobre 2019 - 6 gennaio 2020
È ormai ben noto quanto l’opera di Giorgio Morandi sia di per sè attuale e studiata da artisti che la guardano interpretandola e rendendola propria attraverso i più diversi e vari linguaggi. La presentazione nel 2017 in questo stesso museo di una mostra dal titolo Attualità di Morandi sottolinea questo dato di fatto ormai assodato.
La lezione del grande pittore è filtrata e riproposta dal duo Bertozzi & Casoni attraverso il mezzo di cui sono maestri, ovvero la ceramica. La loro attenzione si rivolge ad alcuni celebri dipinti raffiguranti vasi di fiori e paradossalmente sembra quasi che la pittura di Morandi sia stata per i ceramisti la chiave di volta per entrare in sintonia con le cose che ne sono state il modello. Nessuna bottiglia, nessuna ciotola o caraffa, ma quei vasi con fiori che ancora oggi si possono ammirare a Casa Morandi in via Fondazza 36 a Bologna. Sappiamo, infatti, che il modello a cui l’artista guardava preferibilmente non era il fiore fresco, di per sé caduco, destinato a modificarsi giorno dopo giorno (e quindi a creare varianti indipendenti dalla sua volontà), ma il fiore di seta, oppure, il fiore essiccato che mantiene il suo stato inalterato e, al pari degli altri oggetti, raccoglie la polvere, creando effetti tonali a Morandi per nulla sgraditi e forse per questo volutamente ricercati. Un’indagine, dunque, che parte dall’assenza di vita che lui ricrea sulla tela attraverso soavi e morbide tonalità di cipria e preziose gradazioni di verde.
Bertozzi & Casoni interessati da sempre al tema floreale, sembrano invece voler concedere nuova vita a quelle rose dal gambo volutamente lungo (Morandi, ricorda Cesare Brandi, “tagliava le sue rose sotto il bocciolo e le disponeva sull’orlo del vaso, fitte come un bouquet da sposa”) sulle cui foglie s’aggirano presenze insettiformi dalla colorazione cangiante. Si tratta, al contrario, di una rivisitazione attenta e personale da cui nascono veri e propri “d’aprés Morandi” dopo quelli celeberrimi, firmati Gio Ponti, che più di settant’anni fa riproponevano bottiglie trafitte, ingioiellate, mascherate e addirittura abbottonate.
Ma cosa potrebbe pensare o borbottare a bassa voce tra sè e sè Morandi se vedesse le creazioni di Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni ispirate ad alcuni suoi dipinti di fiori? Chissà, forse, potrebbe sceglierle come modelli di un suo prossimo dipinto.
I tre lavori sono visibili nelle sale del Museo Morandi dal 12 ottobre (15a Giornata del Contemporaneo AMACI) al 6 gennaio 2020.