a cura di Zaid Kashef Alghata

Morandi-esque

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25 settembre - 1 dicembre 2019


Morandi-esque presenta, attraverso la lente delle fondamentali nature morte di Giorgio Morandi, alcune interpretazioni architettoniche che passano dal piano bidimensionale a quello tridimensionale. Il lavoro si muove dalla prospettiva pittorica a quella architettonica definite dall’architetto statunitense Peter Eisenman come “una semplice membrana, una linea tra figura e piano verso un profilo architettonico che è un contenitore costruito tridimensionalmente.” Il punto di partenza architettonico di Morandi trasforma i suoi soggetti in archetipi geometrici astratti, svelando forme, profili e gruppi di oggetti che si toccano, si nascondono o affiorano. Tale lettura non intende definire Morandi un pittore astratto, ma sottolinea invece usando le le sue stesse parole che “non c’è nulla di più surreale e nulla di più astratto del reale”. Questa ovvia correlazione tra rappresentazione e oggetto della rappresentazione è inerente alla pratica dell’architettura – tra il disegno e il modello, tra il disegno e la costruzione. Il procedimento è un tentativo di conferire agli oggetti una certa misura di autonomia, assicurandosi però il rispetto della fonte. Le riproduzioni hanno richiesto quindi rigorosi ricalchi delle silhouette attraverso l’uso di archi. Questi sono stati poi proiettati e costruiti in base ai loro stessi angoli prospettici per evitare distorsioni allo schema morandiano. Il divario ottenuto tra quello che può essere costruito come speculazione dell’immaginazione del pittore rispetto alla realtà fisica è ben espresso dallo storico dell’architettura Robin Evans quando sostiene che il disegno non “domina, ma si interfaccia sempre con quello che rappresenta”. Gli oggetti morandiani rappresentati in molteplici forme e da molteplici punti di vista permettono così al pubblico di vedere - letteralmente - oltre la superficie.
La mostra è realizzata da House of ZKA nell’ambito di Bologna Design Week.