a cura di Luca Massimo Barbero

Venezia, Peggy Guggenheim Collection
22 settembre 2018 – 14 gennaio 2019


La mostra Osvaldo Licini. Che un vento di follia totale mi sollevi conta oltre cento opere che ripercorrono il dirompente quanto tormentato percorso artistico di Licini, la cui carriera fu caratterizzata da momenti di crisi e cambiamenti stilistici apparentemente repentini.
Il percorso è organizzato in quattro sezioni: “Gli esordi: tra la Bologna “cruciale” degli anni dieci e il primo soggiorno a Parigi; gli anni venti col tema del nudo e del paesaggio, la ricerca astratta le “scritture enigmatiche”, le invenzioni iconografiche della maturità le “Amalassunte” e gli “Angeli ribelli”.  
Da Monte Vidon Corrado in provincia di Fermo, suo paese natale, Licini sente la necessità di evadere verso nuove realtà ma vi tornerà definitivamente dal 1926. La sua formazione è accanto a Morandi nella Bologna cruciale, così definita dal critico Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987) in cui Licini lima e semplifica le forme fino a giungere ad uno spiccato geometrismo. Le linee incerte delle sue figure diventano rigorosamente solchi, libere ondulazioni che si librano nei cieli dai colori puri ed intensi: Angeli, Déi e Amalassunte, figure che poste lateralmente occupano i grandi sfondi colorati da protagonisti e da astanti contemporaneamente. 
Le opere di altri artisti come Morandi, Carrà, Melotti e Fontana in dialogo con quelle di Licini completano la rassegna.
 
Il Museo Morandi ha partecipato alla rassegna con il prestito del dipinto: Paesaggio, 1921 (V.66)

Catalogo edito da Marsilio Editore - Venezia.