Un itinerario per scoprire e rivivere la figura del grande artista bolognese Giorgio Morandi non può che cominciare da una visita alla più completa e significativa collezione pubblica al mondo dedicata alla sua opera, il Museo Morandi appunto, attualmente ospitato nelle sale dell’ Ex Forno del Pane dove si trovano anche le collezioni del MAMbo. Qui è possibile ammirare le sue celebri nature morte, i silenziosi paesaggi insieme a incisioni, disegni e acquerelli, esiti di una delle più alte espressioni artistiche del Novecento italiano.
Lasciato l’edificio storico in via don Minzoni, nella nostra passeggiata verso la casa dell’artista, ci fermeremo prima di tutto negli spazi dell’Accademia di Belle Arti, in via Belle Arti 54 appunto, dove Morandi ha insegnato tecniche d’incisione all’acquaforte fra il 1930 e il 1956 e dove si trova il suo torchio che ancora oggi viene utilizzato dagli studenti. Accanto, sulla stessa via, è possibile inoltre visitare le ricche sale della Pinacoteca Nazionale (via Belle Arti 56), dove Morandi si soffermava spesso a studiare alcune delle tele di scuola bolognese del Seicento, soprattutto quelle di Guido Reni. Risalendo per via Zamboni, dove hanno sede molti dipartimenti storici dell’Università più antica del mondo, e prendendo poi per piazza Aldrovandi, passeremo per forza sotto l’elegante quadriportico dell’annessa Chiesa dei Servi (strada Maggiore 43), altro luogo molto amato da Morandi nel suo percorso a piedi dalla casa verso l’Accademia e dove è conservata la preziosa tavola con una Madonna in trono di Cimabue.
Infine, percorrendo Strada Maggiore, un pezzo dell’arteria centrale che attraversa la città di Bologna, incroceremo via Fondazza tipica strada dai portici bassi dove, al civico 36, eccoci finalmente giungere al clou del nostro percorso: Casa Morandi (via Fondazza 36), l’appartamento dove l’artista visse con la madre e le tre sorelle dal 1933 fino alla morte, avvenuta nel 1964. Restaurata e aperta al pubblico nel 2009, la casa-museo rappresenta uno spazio unico di approfondimento sull’opera e sulla vita dell’artista bolognese, dove poter rivivere le atmosfere morandiane fin nei minimi dettagli: dal suo atelier con i numerosi oggetti e modelli originali che utilizzava per le sue tele, dalle prove colore sulle pareti alla sua biblioteca personale con più di seicento volumi. Una fedele ricostruzione, integrata nell’anticamera da alcuni arredi originali e da alcune opere di arte antica appartenute alla famiglia, oltre a una mirata selezione di fotografie, libri e documenti di vario genere esposti nelle teche lungo il percorso espositivo.
È noto che Morandi frequentasse altre chiese, come quella di Santa Caterina di Strada Maggiore (Strada Maggiore 76), la sua parrocchia dove è stato celebrato anche il suo funerale, e la chiesa di San Giacomo Maggiore (piazza Gioacchino Rossini) dove si recava ad ammirare capolavori del rinascimento italiano.
Il percorso dedicato all’artista nella città di Bologna si può concludere presso la Certosa monumentale (via della Certosa 18) dove è sepolto accanto alle sue sorelle in una tomba sormontata da un busto che lo ritrae, realizzato da Giacomo Manzù.
Ma per completare davvero la conoscenza dei luoghi dove Morandi ha vissuto e lavorato, nel nostro itinerario non può mancare una visita al paese appenninico di Grizzana, a meno di un’ora d’auto da Bologna e dove l’artista era solito trascorrere la villeggiatura estiva con la famiglia sin dal lontano 1913. Morandi ha frequentato anche il paese di Roffeno dal 1934 al 1938 dove ha realizzato capolavori che ritraggono la natura rigogliosa di quel luogo e dei suoi dintorni.
Solo nel 1960 Morandi si fece costruire a Grizzana una casa (S.P. 24, n° 115), molto semplice e luminosa, con uno studio pieno di finestre, da dove ammirare il paesaggio circostante. La nuova casa sorge quasi di fronte ad uno degli scorci più frequenti del paesaggio morandiano grizzanese, ovvero i fienili del Campiaro, ora Centro di Documentazione “Giorgio Morandi”. In questo piccolo e austero paese, fatto di poche case, dove l’atmosfera pare ferma nel tempo, anche l’abitazione e lo studio dell’artista si sono mantenuti intatti e inalterati; ogni stanza e ogni oggetto sono proprio come li avevano lasciati Morandi e le sorelle. Ancora oggi è possibile passeggiare sugli stessi sentieri percorsi allora dall’artista, assaporare quella natura asciutta e scarna tipica del paesaggio intorno a Grizzana, in cui Morandi ritrovava molto del suo carattere schivo e sobrio, quei luoghi dall'aria cruda e pulita che saranno per lui fonte inesauribile di contemplazione e ispirazione.
Da un appunto manoscritto di Maria Teresa Morandi siamo in grado di conoscere l’esatta cronologia dei soggiorni estivi di Morandi nei luoghi sopra citati e in altre località dei dintorni. Apprendiamo così che nel 1916 l’artista è a Tolè, nel 1947 a Zocca e dal 1948 al 1955 “per brevi periodi” a Zocca e Porretta.
Infine dalle testimonianze di coloro che frequentarono Morandi e la sua famiglia sappiamo che l’artista di tanto in tanto facesse visita alla sorella Anna, insegnante nella scuola elementare di Vimignano. Questa località nel comune di Grizzana si ritrova in una sua acquaforte del 1923 intitolata appunto: Paesaggio (I tre alberi di Vimignano).