Roffeno (Castel d'Aiano), veduta con la Torre di Monzone (photo Luigi Fantini - fondo Fantini - Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna)

Roffeno (Castel d'Aiano), veduta con la Torre di Monzone (photo Luigi Fantini - fondo Fantini - Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna) (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)

Nei paesaggi degli anni Trenta e nel gruppo più compatto dipinto tra il 1934 e il 1936 si è compiuto l'ingresso entro una modernità così avanzata da apparire unica: le poche case, spesso la sola casa, che servono a indicare una natura abitata, ma soprattutto a formare nuclei di luce più chiara e più forte entro la massa naturale, vi sono così totalmente immerse, così confuse e abbracciate che non se ne distinguono nè per spazio nè per materia, e sembra che un'unica essenza occupi tutto il mondo possibile. [...] Questi paesaggi di Morandi possono essere descritti nei termini, anche i più poetici, di una visione naturalista, o viceversa in quelli di un'indagine puramente formale. Essi ammettono sia gli uni che altri, ma ciascuno rimane ben lontano da qualsiasi descrizione, da qualsiasi trasformazione in discorso.

(Roberto Tassi, I paesaggi di Morandi, in Giorgio Morandi artista d'Europa, catalogo della mostra Bruxelles, Le Botanique, Electa, Milano, 1992, p.23)

Dal 1934 al 1938 la famiglia Morandi trascorre ogni estate a Rocca di Roffeno, frazione di Castel d'Aiano sull'Appennnino emiliano. Alloggiano presso la Casa-torre del Monzone, posta su una collinetta che domina la valle del Vergatello, a poche centinaia di metri dal centro del paese. La scelta del Monzone dipende anche dalla sua posizione un po' defilata che permette all'artista di lavorare con tranquillità e lontano da occhi indiscreti. Qui Morandi si trova circondato da boschi, come quelli del Monte della Castellana, e da campi attraversati da suggestive “cavedagne”, una delle quali portava alla fonte dell’Acqua Radiosa, nota per le sue proprietà curative. Morandi frequenta quei dintorni quasi a voler penetrare profondamente in quella natura più rigogliosa rispetto a quella di Grizzana. Dopodichè inizia a lavorare osservando ciò che lo circonda dalla finestra della sua camera in cima alla torre, dove il suo sguardo poteva spaziare dal Monte Vigese al Monte della Castellana fino alla Torre Jussi di Serra Sarzana.
“A Roffeno Giorgio ha trascorso momenti particolarmente sereni” ricordava la sorella Maria Teresa, ed evidentemente fu per questo che pensò inizialmente di acquistare una casa, ma non trovandone una che potesse soddisfare le sue esigenze dovette rinunciare. 
Ad oggi si conoscono ben 39 opere (32 dipinti, 1 acquerello, 4 disegni e 2 incisioni) realizzate da Morandi in quelle cinque estati a Roffeno.