Libri per musica e strumenti secoli XVIII e XIX
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In sala 8 il percorso espositivo giunge ai secoli XVIII e XIX. L’ampia vetrina piena di strumenti è in qualche modo gemella di quella in sala 5, e mostra come le forme degli strumenti si siano via via standardizzate, nell’arco di tre secoli, verso quelle che ancora oggi conosciamo. Accanto a flauti traversi e clarinetti di prestigiosi costruttori (Magazzari, Ziegler, Simiot ma soprattutto Palanca e Bressan) e ad importanti trattati strumentali come quelli di Quantz e Hotteterre, non mancano comunque oggetti curiosi. Fra questi il bellissimo Buccin a testa di drago realizzato a Lione da Jean Baptiste Tabard (1812-1845) e le “viole d’amore” con doppia fila di corde ed il ricciolo decorato con testa di moro: essendo strumenti tipici del medioriente una delle ipotesi fatte a proposito del loro nome curioso è proprio la derivazione dall’espressione “viola da moro”. Infine è esposto un Heckelfono, grande e raro fagotto (dal timbro simile all'oboe baritono) ideato e costruito da Wilhelm Heckel su richiesta di Richard Wagner in persona, e che ancora oggi il Teatro Comunale chiede in prestito al museo le volte in cui si trova ad eseguire le partiture di Wagner e Strauss che lo impiegano.
Nelle vetrine laterali è invece esposta la prima edizione dei dodici concerti “Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” di Antonio Vivaldi, di cui le celeberrime “Quattro Stagioni” fanno parte. La calcografia è stata pubblicata ad Amsterdam nel 1725, e testimonia il declino settecentesco della stampa veneziana che, nel percorso espositivo, era stata una delle protagoniste di sala 5.
Sulla pedana il raro pianoforte “en forme de clavecin”, costruito a Parigi nel 1811 dai fratelli Érard (marchio fortemente sostenuto da illustri compositori quali Ferenc Liszt) ed appartenuto alla sorella di Napoleone, rivaleggia con il Pleyel di sala 7 appartenuto a Gioachino Rossini. L’arpa a pedali a movimento semplice di fine Settecento, invece, è stata posizionata frontalmente alle arpe cromatiche cinquecentesche di sala 1, a chiudere il cerchio.
Non resta che fare un salto in sala 9 per conoscere due personalità fondamentali del Novecento musicale bolognese, e non solo.
Oppure fai un approfondimento sulle decorazioni di sala 8, la sala "del vestibolo" in stile gotico.