Frate Giambattista Martini

Sala 2

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Nell’ovale del pittore Angelo Crescimbeni, che idealmente inaugura il percorso museale, è ritratta una delle più illustri personalità del Settecento musicale europeo, quella del francescano Giambattista Martini (Bologna, 24 aprile 1706 - 3 agosto 1784) di cui si celebra qui il prezioso lascito morale, intellettuale e materiale.

Nella vetrina entrando a destra è esposto uno dei suoi progetti più ambiziosi, di concezione estremamente innovativa: la Storia della musica, di cui potete ammirare sia il manoscritto sia la prima edizione a stampa in grande formato.

Ma la figura di padre Martini è oggi cara a studiosi e appassionati sorpattutto per l’avidità e la bravura con cui seppe raccogliere e custodire un’ingente quantità di cimeli musicali, indispensabili strumenti di ricerca in un’epoca in cui le biblioteche erano assai poche e i repertori bibliografici pressoché inesistenti. Lo storiografo inglese Charles Burney, uno dei tanti ospiti d’eccezione di padre Martini, all'epoca stima che la collezione constava già di 17.000 volumi nel complesso.

Come ha fatto ad arricchire a tal punto la propria biblioteca un frate francescano, legato al voto di povertà? Nella stessa vetrina della Storia della Musica potete ricostruire due storie in questo senso emblematiche: lo scambio con il convento di Spalato da una parte, e il ritrovamento del “Melopeo y Maestro” di Cerone dall’altra.

Infine, per completare questa panoramica sulla straordinaria figura di padre Martini, nella vetrina opposta è possibile ammirare l’Esemplare martiniano (anche in questo caso sia il manoscritto, sia la prima edizione a stampa), attraverso il quale emerge la sua intensa attività di teorico e didatta della musica.

È per questo motivo che moltissimi compositori giovani e in formazione passano da Bologna, le loro storie sono le protagoniste di sala 3: gli amici, appunto, di padre Martini.

Oppure fai un approfondimento sulle decorazioni di sala 2, la sala di Didone ed Enea.